“L’appello del Presidente Simone Bezzini non può che essere raccolto. E non solo il suo. In questi giorni molti sindaci stanno nuovamente facendo i conti con possibili nuove chiusure degli uffici postali, molti altri mi hanno inviato le simulazioni dei tagli che le singole amministrazioni si troverebbero ad affrontare in termini di personale e di servizi, già dai mesi prossimi. Le ricadute sulla Regione Toscana sono state rese note pubblicamente dal Presidente Enrico Rossi. Si tratta di dati che devono essere letti e analizzati attentamente, per provare a tirare una somma dell’insieme di tutti gli effetti. Il testo della spending review va migliorato e corretto: lo stesso Bersani lo ha dichiarato con chiarezza. Sono convinta che potrebbero esserci alcuni margini di intervento ulteriore, soprattutto su alcune strutture ed enti dello Stato, che non vengono pienamente toccati (penso alla pletora degli enti agricoli nazionali, mentre, al contrario, si interviene su Inran e Agea).Certo non dobbiamo mai dimenticare le ragioni che hanno portato il nostro Paese in questa situazione. E’ bene tenere presente che alcune misure sono state rese necessarie – dopo anni di immobilismo, miopia e sottovalutazioni da parte della coppia Berlusconi/Tremonti- per evitare che l’Italia precipitasse definitivamente in una situazione irrecuperabile del bilancio dello Stato, ma sappiamo anche che se l’economia reale non riprenderà a crescere, i tagli e i sacrifici richiesti rischiano di risultare insufficienti se non addirittura inutili, perché saranno bruciati dalle oscillazioni finanziarie e dalle valutazioni sui nostri titoli pubblici.
La crisi economica e le riforme necessarie, soprattutto quelle pesanti, hanno però bisogno di un grande investimento in tenuta e coesione sociale. E’ impensabile che un Paese resista con un tasso di disoccupazione che viaggia verso l’11 % , se non ci sono gli strumenti per “ammortizzare” questa situazione. Non parlo solo di cassa integrazione, ma mi riferisco alle imprese e ai servizi sociali, per cui parlo di nuovo di sviluppo. In questo senso il ruolo fondamentale che Comuni, Province e Regioni hanno svolto e svolgono nei territori è fondamentale. Qui entra in campo la fondamentale funzione “orizzontale” svolta dagli enti locali, che rischiano di scomparire del tutto e su cui alcuni attenti osservatori (da Diamanti a De Rita) hanno autorevolmente scritto in questi giorni. Per capirne il ruolo di fondamentale presidio democratico e di salvaguardia dei territori, basta ricordare i numerosi tavoli di crisi tenuti dalle Province, che hanno consentito contratti di solidarietà in molte aziende in crisi, fino alle risposte dei Comuni verso le nuove povertà che oggi riguardano tante nostre famiglie a cui è improvvisamente cambiata la vita. Penso, insomma, a tutti quei virtuosi e importanti tentativi dei nostri enti locali di guardare a nuovi orizzonti di sviluppo: da Siena Carbon Free, ad alcuni progetti innovativi nati in Toscana nel settore agroalimentare e delle energie rinnovabili, che inevitabilmente si fermeranno, provocando l’arresto anche di tutte quelle imprese che ci hanno creduto.
Nessuno può negare la necessità di un riordino istituzionale, che porti a un superamento di forme intermedie di gestione e di attività. Questa strada, in gran parte, era già stata aperta positivamente, ma attenzione, la sola logica dei tagli senza una seria azione di allocazione di competenze e responsabilità di governo dei territori, rischia di trasformarsi in una mera operazione di ri-accentramento, archiviando definitivamente ogni ragionamento federalista e di vicinanza a cittadini, imprese, peculiarità e vocazione di quelle che per anni sono state definite “Le Toscane”. La riorganizzazione delle Province, infatti, non può essere affidata alla banale e rigida contabilità di abitanti e superfici, senza una discussione politico- amministrativa approfondita.
L’analisi della spending review partirà dal Senato, ma la discussione sta già riguardando tutti noi. I tempi saranno stretti, si tratta di un decreto. Io credo che la Toscana, forte della sua esperienza e delle scelte operate nella sanità e in altri settori, già in tempi non sospetti, debba provare a fare la sua parte. Per questa ragione voglio lanciare con forza una proposta che porti Regione, parlamentari e amministratori locali a unirsi per far squadra, entrando nel merito del provvedimento, e facendolo in tempi brevi e utili alla discussione parlamentare. Tutto ciò, sono certa, rappresenterebbe un utile contributo non solo per raccogliere i giusti allarmi, ma anche per esercitare pienamente quella funzione di governo che i cittadini ci hanno a vario titolo chiesto di svolgere.”
Susanna Cenni, parlamentare del Pd alla Camera