120 anni di Pubblica Assistenza, tanti volontari per una comunità più coesa

La Pubblica Assistenza di Siena ha spento pochi giorni fa 120 candeline. Un traguardo importante e non scontato, considerando il momento socio-economico che stiamo attraversando, che testimonia impegno e capacità organizzative. Non ho potuto partecipare, purtroppo, per impegni parlamentari, alle celebrazioni, ma come ho scritto al presidente dell’associazione, Vareno Cucini, mi auguro che nel nostro Paese si apra una stagione nuova che riparta dai temi dell’uguaglianza, dal valore delle persone e delle famiglie, per ricostruire forme di presidio sociale e magari anche un Paese più coeso.

Abbiamo vissuto decenni in cui è prevalsa la logica liberista, con l’idea che solo la crescita fosse importante e che detassare i più ricchi producesse a cascata ricadute positive anche sui ceti più bassi. La realtà, però, ci ha messi di fronte all’erroneità di questo pensiero, che ci ha portati ad avere redditi inferiori per le classi medie e ad accrescere le disuguaglianze, riportando pesantemente indietro il livello di benessere delle famiglie. In questo contesto, il lavoro svolto dal Terzo settore è stato ed è fondamentale per sostenere le fasce più deboli, fornendo un contributo concreto e sperimentando innovazione e qualità a supporto dei compiti e dei servizi propri della sanità e delle politiche sociali pubbliche.

Un lavoro importantissimo, portato avanti ogni giorno dai tanti volontari che, anche in un forte momento di crisi, non rinunciano a mettere a disposizione il loro tempo e il loro impegno. È grazie a loro e alla dedizione di tante persone che credono in progetti come questo che è possibile garantire alla comunità momenti di socializzazione, attività culturali e di integrazione nei quartieri e servizi socio-sanitari e di protezione civile. Il Terzo settore rappresenta un tassello fondamentale della nostra società ed è una delle basi dalle quali ripartire.

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