1963-2013: cosa abbiamo imparato? Me lo sono chiesta di ritorno verso casa dopo la due giorni Ecodem a Pordenone, per parlare di tutela dell’agricoltura, di biodiversità e difesa del suolo. Ho percorso la salita in montagna e mi sono trovata davanti l’impressionante Vajont. Nonostante le letture e i racconti quando vedi quel pezzo di montagna infilato nella diga rimani senza fiato. Le lapidi, i numeri. Quanta di quella gente poteva essere salvata? Quanta insipienza e sottovalutazione criminale. Sono passati 50 anni, ma nel giorno in cui alla camera si commemorava la tragedia la violenza di un temporale faceva altre vittime. C’è certa da ricordare, ma soprattutto da lavorare affinché non accada mai più, affinché la prevenzione del rischio idrogeologico sia un investimento per il Paese, non una rincorsa dopo la conta dei danni e dei morti ed affinché i reati ambientali siano perseguiti con severità e certezza. Come continuiamo a lavorare e a combattere in Parlamento per far rispettare la terra, l’agricoltura, anche con il divieto di coltivazione di Ogm. La scelta di Pordenone come sede che ha ospitato le iniziative degli Ecodem non è casuale. Proprio su quelle terre è avvenuta, alcuni mesi fa, la semina illegale di mais Ogm. Ho partecipato alla riunione della task force Italia libera da Ogm e ci sono stati momenti di tensione con l’assessore del Friuli per l’ordinanza emessa e, sempre durante quell’incontro, il corpo forestale ci ha informato che nei territori circostanti la semina illegale ha già prodotto contaminazione. E’ stato importante l’intervento del ministro orlando. La sua lettera alla presidente Serracchiani ha formulato parole inequivocabili: in questo paese non si possono coltivare Ogm e le istituzioni devono vigilare ed intervenire per evitare danni ambientali. abbiamo chiesto conto con un’interrogazione urgente al Ministro dell’agricoltura. Se davvero molti ettari delle colture confinanti sono stati contaminati la vicenda del Friuli rischia di costituire un precedente gravissimo per il Paese. Adesso attendiamo che si attivi sollecitamente anche il Mipaf.
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