#dareilgiustoordineallecose

Di norma. approfitto dei giorni di festa per staccare la spina, cucinare per amici e familiari, dedicare tempo alle persone a cui voglio bene,  e rimettere in ordine le mie carte, l’armadio, la cucina.

Mi dà la sensazione di cominciare l’anno con le priorità giuste, focalizzando le cose importanti che vanno subito affrontate, e magari mettendo in un cassetto quelle secondarie. Spostare qualche mobile. Trovare un #giustoordine.

Ecco, anche per la politica guardo all’anno nuovo un po’ con questa esigenza. Il 2014 è  stato un anno denso, complicato. Abbiamo avuto passaggi traumatici, ma anche un nuovo inizio. Abbiamo avuto innovazioni importanti, ma non sempre completamente condivise. Abbiamo avuto scelte coraggiose, ma anche forti contestazioni.  Personalmente ho conosciuto l’amaro in bocca di un gesto di dissenso, di quelli che ti restano dentro, ma anche la soddisfazione di una legge da me promossa approvata con voto unanime.

Spesso ci siamo misurati con la fretta, l’ansia di far presto, perché l’Italia ha bisogno di cambiamenti. C’è stato il giusto riconoscimento del coraggio, il riconoscimento in un progetto di speranza, con il voto delle Europee. C’è stata la mobilitazione di chi si è sentito abbandonato davanti al venir meno di tutele (forse simboliche, ma anche i simboli hanno un peso ed un valore). C’è stato un allontanamento dalla politica e dal voto che non ci ha risparmiati, lo abbiamo visto in Emilia Romagna, e lo vediamo nelle analisi come quella  de “la Repubblica”, che fotografano un Paese sempre più sfiduciato nei confronti dei Partiti e delle Istituzioni.

C’è una crisi che non accenna abbastanza ad invertire la rotta. E adesso la china da risalire è più ardua, soprattutto dopo il disastro di “Roma capitale”. La vetta è la riconquista della fiducia, del senso della rappresentanza, della possibilità della politica di prendersi in carico il futuro delle persone, soprattutto delle giovani generazioni, e di un Paese intero.

È una scalata difficile, ma dobbiamo provarci con tutte le nostre forze. Il mese di gennaio sarà affollato di “cose” cui dare il “giusto ordine”. La riforma costituzionale, la legge elettorale, l’elezione del Presidente della Repubblica, visto che Giorgio Napolitano annuncerà le sue dimissioni, presumibilmente con la conclusione del semestre italiano di presidenza europea. Sono tutti passaggi delicatissimi. Lo sono perché si tocca la Costituzione, la più bella del mondo come qualcuno ci ha ricordato. Perché dobbiamo essere all’altezza di una legge elettorale che recepisce non solo le osservazioni della Consulta, ma il desiderio degli elettori di poter scegliere i propri rappresentanti. Perché dobbiamo rimediare all’infamia di 101 franchi tiratori che hanno segnato l’inizio della legislatura.

Come si mettono nel giusto ordine tutte queste cose? Facendo bene. Nel miglior modo. Non solo facendo presto. Far bene significa ascoltare le opinioni diverse e costruire il percorso più condiviso, che forse può essere il più giusto. Per far bene bisogna aver rispetto di tutti, ascoltarsi, e certo, poi decidere. E sia chiaro che queste dimensioni non sono inconciliabili.

Per far bene abbiamo bisogno di costruire con forza un senso di comunità. Certo, quello del Pd, ed io credo che l’ultima assemblea nazionale finalmente sia stata un’assemblea vera in cui si è privilegiato il confronto delle idee sulla contabilità. Ma soprattutto c’è da lavorare sul senso di comunità del  Paese, che va tenuto assieme, va ricompattato, anche alla luce della notizia, di alcuni giorni fa, della scoperta di un nucleo eversivo che stava progettando attentati alle istituzioni ed alle persone, e soprattutto alla luce di un senso di sfiducia forte che torna a farsi sentire.

Questo nostro Paese ha già vissuto nella sua storia momenti durissimi. La Resistenza ci ha consegnato democrazia e Costituzione. Le forze democratiche parlamentari, la loro fermezza, hanno rigettato e sconfitto il terrorismo. Noi dobbiamo sconfiggere la crisi, pretendere regole inclusive in un sistema europeo ancora non adeguato, dobbiamo sconfiggere la sfiducia, la corruzione, le furbizie.

C’è bisogno di tutti. Proprio di tutti, perché è nelle mani di ognuno di noi una piccola cifra del futuro da costruire.

Lasciamo stare i gufi, che sono anche volatili simpatici, e proviamo a dare il #GiustoOrdineAlleCose.

Vi auguro di cuore un sereno anno nuovo.

Susanna

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