Servono voci autorevoli
“Primavera di pace” l’hanno chiamata. C’è una lugubre ironia nel definire così la sostanziale dichiarazione di guerra della Turchia a danno della provincia autonoma curda di Rojava. Da mercoledì sono in atto bombardamenti continui da parte dell’aviazione turca e si hanno già i numeri dei primi morti, compresi i civili. Un attacco sciagurato, figlio di un altro passo sciagurato, quello di Trump che ha ritirato le sue truppe anti Isis. Adesso il popolo curdo è solo. Quel fronte capace in questi anni di fronteggiare e respingere l’Isis è stato reso fragile e quelle regioni siriane nuovamente pericolose per donne, bambini, civili, destabilizzate.
E quei volti delle guerrigliere curde sorridenti, che avevano liberato città come Kobane, diventano un pezzo di storia del passato. Troppo tiepide a mio parere sono state le reazioni internazionali, scandalose le parole del segretario generale della NATO che ha auspicato un uso “proporzionato” della forza…
C’è una guerra iniziata da un Paese che si ritiene europeo, da un sovrano che il suo stesso popolo sta forse finalmente rimettendo in discussione. Una Guerra alle nostre porte. Se non è questo un momento in cui sentire forte, fortissima la voce dell’Europa…quando? Cosa vuole essere l’Europa? Importanti le parole di Sassoli, della uscente Mogherini, ma adesso servirebbe una presa di posizione di Commissione, Parlamento, servirebbe una mobilitazione all’altezza di questo tempo.
In Germania è tornato un incubo. Quello del razzismo, della persecuzione degli Ebrei. Questo ha urlato un neonazista in mimetica armato fino ai denti di bombe e armi da fuoco, tentando di entrare ad Halle, in una Sinagoga con l’intento di iniziare una “caccia” all’ebreo. Il bilancio è stato di due morti e due feriti. Ha dichiarato, urlato il suo odio e la sua volontà di annientare gli Ebrei.
Un caso? Un folle?
Un terrorista. E questo non può far dormire sonni tranquilli né alla Germania, né all’Europa. Non possiamo permettere che questi fantasmi tornino a camminare nelle nostre civiltà, non possiamo permettere che i nuovi nazismi, sovranismi, alimentino il malessere e il disagio in cui vive chi sta più indietro con la semina dell’odio. Come si contrasta questa semina? Lo si fa presidiando, con istituzioni attente e con politiche efficaci su coesione, lotta alle diseguaglianze, lavoro, cultura.
In Parlamento si è votato sul taglio dei parlamentari. Un voto necessario per il rispetto degli accordi che hanno portato alla nascita del Governo Conte, che adesso dovrà vedere la maggioranza lavorare su legge elettorale e regolamenti parlamentari, lavoro necessario a non penalizzare alcuni territori nella rappresentanza.
Con l’approvazione del NaDef, inizia il percorso verso la legge di Bilancio, la vera prima prova di svolta del Governo Conte2. Nella Nota di Aggiornamento ci sono alcune prime importanti novità su lavoro, servizi, investimenti, donne, imprese, svolta green, che troverete nella news all’interno.
Non sarà un passaggio semplice di fronte ai limiti di bilancio, ma sarà necessario fornire segnali chiari, riconoscibili.
Nei giorni scorsi Ilvo Diamanti ha analizzato sintesi differenti di analisi e sondaggi sullo stato degli Italiani. Ne emerge un popolo di “rassegnati” all’insicurezza del lavoro. Una sorta di “abitudine” a un clima di declino e di recessione. Così ci si rassegna alla fuga dei ragazzi all’estero per avere un futuro, si ritiene inutile fare progetti. È un’Italia spezzata, disillusa. “Forse meno” dice Diamanti “di qualche anno fa”, ma comunque troppo. E su questo terreno la speranza, la possibilità di continuare e tornare a credere in questo Paese, nel suo futuro, negli uomini e nelle donne che lo abitano, che vi lavorano, e nella politica. In questa cornice, la ricostruzione di un sentire, della fiducia, della speranza c’è il fulcro della sfida del Pd e anche del Governo che stiamo appoggiando. In queste settimane i banchetti, i circoli aperti…bene, buona cosa, così come è molto importante l’appuntamento organizzato dal Pd di Poggibonsi con la Costituente delle idee che vedrà il 17 la presenza di Gianni Cuperlo. Ma non possiamo fermarci, è dalle strade, dall’ascolto, dai luoghi di lavoro e delle crisi, dai desideri dei ragazzi che riempiono le piazze per l’ambiente, dai diritti delle donne, che si riparte.
Facciamolo presto e facciamolo bene.
Susanna