Crescita e sviluppo: alcune idee per il commercio, partendo dalla cura
Proseguono in questi giorni gli incontri – tra i tanti temi – anche con il mondo del commercio, attraverso riunioni di gruppo o tramite incontri mirati in luoghi precisi della città.
Il fenomeno della desertificazione delle attività commerciali ed artigianali dai centri delle città da alcuni decenni è in continua crescita, legato ai cambiamenti profondi dei circuiti commerciali, delle abitudini dei consumatori, dei movimenti residenziali, turistici, nonché ai costi relativi agli affitti ed alle rendite fondiare, spesso inaccessibili soprattutto per giovani esercenti ed imprenditori.
Dalle tante conversazioni emerge quanto sia centrale la parola cura, intesa come attenzione ai luoghi, agli spazi, ma anche alle funzioni e alle persone che in quegli spazi svolgono attività o le utilizzano. Non ci sono, d’altronde, politiche di settore che possono, da sole, contenere o risolvere i problemi del commercio: per questo siamo convinti che si debbano mettere in campo azioni con un lavoro profondamente condiviso che tiene assieme qualità della città, commercio, turismo, eventi, servizi, con il coinvolgimento dei residenti, in una rete che coinvolge tutti sullo stesso piano e che riorganizza, sistemi, circuiti, movimenti.
Il punto di partenza può essere la qualificazione delle “porte della città”. La prima porta è di certo la stazione ferroviaria, luogo di arrivo e partenza sia per la Valdelsa che per il Chianti. Obiettivo è, allora, aprire un dialogo con la proprietà dell’immobile (RFI) per rendere la stazione non solo una vetrina di prodotti di eccellenza, ma anche luogo dove si possano accogliere i visitatori, con un punto di informazione turistica professionale, sulle emergenze culturali del nostro territorio. Dovrà essere il luogo di accoglienza, presentazione e offerta di servizi per chi arriva in città.
Questa riqualificazione significa anche dare una risposta alla necessità di sicurezza, portando nell’immobile uffici con servizi al cittadino, a partire dai vigili urbani.
Inoltre, tema quanto mai dibattuto, è quello dei parcheggi, dove la risposta non può essere soltanto “servono più parcheggi”! Serve, piuttosto, un piano organico della sosta, fatto di pannelli di comunicazione e navette organizzate in periodi di maggiore necessità.
Si parte da qui, si prosegue con azioni di animazione e sostegno alle associazioni di Via, alle nuove attività, al loro coordinamento con l’offerta culturale. Pensare in modo organico e organizzato, dare risposte concrete e crescenti ad una città che ha ambizioni di crescita e sviluppo con la possibilità di intercettare risorse in ambiti diversi.
La sicurezza passa prima di tutto dalla capacità di far vivere i luoghi e questo accade quando si lavora assieme e si crede nel valore dei luoghi e della città.