Mentre scrivo queste riflessioni destinate a coloro che hanno la pazienza di aprire la mia newsletter, sento la radio mattutina che annuncia l’arresto di Claudio Scajola a Roma, di vari personaggi a Milano. Da un lato l’ipotesi di un legame con personaggi legati alla criminalità organizzata, dall’altra ancora una volta gli affari legati agli appalti per l’Expo. Sì Expo, che dovrebbe rappresentare un’importante vetrina per il nostro Paese e per un tema strategico come il futuro del cibo e dell’alimentazione per il mondo, e che invece rischia di essere sempre più accostato a malaffare, corruzione. E poi, la coda per così dire “locale” che riguarda il presidente della Lega basket, già presidente della Mens Sana basket.
Avrei voluto iniziare questo pezzo parlando invece dell’importante voto di ieri in commissione al documento del pd che impegna a dimezzare da subito l’impegno finanziario sugli F35 e a garantire che ogni decisione in merito dovrà comunque passare dal parlamento. Documento, una volta tanto, approvato anche grazie all’astensione del M5S.
Ed ancora avrei voluto parlare delle decine e decine di giovani candidati in campo per rinnovare il governo locale di tanti nostri comuni.
Cercherò di farlo, ma non si può ignorare quanto il nostro paese faccia fatica ad uscire da un sistema che ne ha bloccato per decenni sviluppo, crescita, innovazione, drenando quantità enormi di risorse che avrebbero potuto generare lavoro, modernizzazione, e di come una parte della politica, dei governi, della classe dirigente abbia coperto o addirittura generato tutto ciò.
Se oggi la distanza tra i cittadini e la politica e’ così grande, nelle notizie di questa mattina trovi tante delle ragioni di questa distanza. Lo ricordo mentre nelle sale cinematografiche delle nostre città la commozione e il senso vero dell’impegno politico, della potenza di cambiamento che la politica può invece rappresentare, toccano in profondità le coscienze di chi assiste alla proiezione del film di Walter Veltroni su Enrico Berlinguer, uno dei più grandi uomini politici di questo paese. Cambiare davvero i partiti che sarebbero diventati altrimenti “macchine di potere”, favorire il protagonismo delle donne, dei giovani, dei movimenti. Ed ancora, la questione morale, l’attenzione ai movimenti, ai primi gruppi che parlavano di ambiente, a quelli impegnati per la pace, lo stop alla corsa agli armamenti. Sono esattamente queste le tante ragioni che mi hanno portato all’impegno politico e che per me continuano ad essere bussola, e presupposto fondamentale quotidiano di comportamento e funzioni istituzionali.
Il cambiamento di questo paese dovrà essere reale e profondo. Non c’è un’alternativa. Ed il tema riguarda tutti.
Il Pd sta accelerando fortemente. Cambiare in profondità e dimostrare la possibilità seria di cambiamento che le istituzioni possono rappresentare, e’ l’unico modo per arginare l’anti politica e l’ondata che rischia di pesare fortemente sul voto europeo e che e’ la’ fuori, tutta da sconfiggere. In Francia ha il volto di Marine Le Pen, da noi quello di Grillo e di buona parte del centrodestra.
Noi stiamo rispondendo con la concretezza, cercando di invertire la rotta sulle condizioni materiali delle persone, con l’idea di una Europa diversa che rimetta al centro i popoli, il lavoro, il futuro per le giovani generazioni, prima degli equilibri finanziari. E’ l’Europa del PSE, quella che sostiene Martin Shultz alla presidenza della commissione Europea, di nuovo una figura progressista dopo Romano Prodi.
Non sarà indifferente il risultato del voto del 25 maggio per le Europee. Produrrà un effetto sull’Europa e sull’Italia.
Anche per questo dobbiamo mettercela tutta per un buon risultato al Pd il 25 maggio, per le europee e per i comuni. E mi piace ricordare anche Enrico Berlinguer, nel suo ultimo drammatico appello al voto da quel palco di Padova di 30 anni fa…invitando il suo partito a fare un grande lavoro,….”casa per casa”.
C’è un’Italia migliore di quella delle cronache quotidiane. E’ quella che ha consentito a Rossella, autista di Peccioli, di potersi curare senza perdere il lavoro grazie alla solidarietà dei suoi colleghi di lavoro che hanno donato le loro ferie. E’ quella delle tante donne e dei tanti uomini che da giorni aderiscono alla campagna per la liberazione delle studentesse nigeriane #bringbackourgirl.
E’ quella dei tanti sindaci che in queste settimane concludono il loro mandato in tanti piccoli comuni, rendicontando, e lasciando un buon lavoro svolto con generosità per le loro comunità.
E’ fatta da tanti cittadini, lavoratori, da tanti giovani, da molte donne in questi giorni impegnati per ricostruire quel filo di fiducia e farlo diventare un legame vero non attraverso grandi campagne di comunicazione, ma guardando negli occhi le persone in carne ed ossa, nei mercati, nelle piazze, nelle case.
Appunto. Possiamo farcela, “casa per casa”