Con l’attacco al 5 per mille massacrate le politiche sociali

Mentre a Poggibonsi apre una nuova struttura (è stata inaugurata sabato scorso) che farà da centro di smistamento per gli aiuti che Comune e mondo del volontariato cercheranno di dare alle famiglie piombate in situazione di povertà, nel resto del Paese è in atto un vero e proprio massacro delle politiche sociali. Dopo i tagli a comuni e province, sui quali il Governo ha scaricato quasi tutto il peso della manovra correttiva, e dopo aver azzerato il fondo sociale, quello sull’immigrazione e quello sugli asili nido, la scure dell’esecutivo è calata nuovamente con il taglio del 5per mille, altri 300 milioni di euro sottratti alla rete della solidarietà sociale ed al volontariato. Dopo aver soppresso ad aprile le agevolazioni postali per il terzo settore e dopo aver compiuto, a luglio, un prelievo forzoso sui patronati, finanziati direttamente dai lavoratori, oggi la legge di stabilità riduce il 5 per mille per il terzo settore a poco più di un quarto del suo peso.
Il Governo prende in giro i due terzi dei contribuenti italiani che hanno scelto di sostenere apertamente le oltre 46mila associazioni di volontariato che beneficiano in Italia del 5 per mille. Una fetta importante di queste associazioni opera nel territorio. In molti casi questa rete costituisce uno dei pochissimi presidi socio-sanitari territoriali, considerando anche i tagli del Governo agli enti locali. In Italia il 5 per mille ammonta a circa 600milioni di euro l’anno. Di questi il Governo ne ha restituiti solo 400, che vuole ora abbassare a 100. Questo significherebbe distruggere una rete di solidarietà sociale importantissima per ciascuno di noi.
Qual è l’idea di coesione sociale che ha questo Governo? Come si pensa di aiutare chi resta indietro? Il taglio del 5 per mille ha suscitato ovunque mobilitazioni e proteste che dobbiamo sostenere. Il volontariato, tanta ricerca, tanta buona cittadinanza italiana che dedica il proprio tempo agli altri, hanno ricevuto uno schiaffo in faccia. Noi di quel pezzo di Paese abbiamo bisogno non solo perché rappresenta un nodo importantissimo nel sociale, ma anche perché è una della rappresentazioni dell’Italia migliore.
Solo in Toscana ci sono oltre 3mila associazioni di volontariato, di cui il 77% sociali o sanitarie, con oltre 120mila volontari attivi, che aiutano ogni giorno circa 200mila persone. Ad essere colpiti saranno soprattutto i servizi domiciliari in favore di anziani, disabili, persone inferme o non autosufficienti.

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