Non sono mancate le polemiche, nemmeno le strumentalizzazioni, ma in realtà il testo approvato alla Camera non tradisce affatto il referendum sull’acqua e non ci sarà nessuna privatizzazione con queste norme.
Efficienza, solidarietà, responsabilità e sostenibilità. Sono questi i principi guida della legge per la tutela, il governo e la gestione pubblica delle acque che è stata approvata dalla Camera. La legge parte dalla definizione dell’acqua come bene naturale e diritto umano universale garantito senza interruzioni. Si stabilisce, inoltre, che tutte le acque superficiali e sotterranee sono pubbliche e non mercificabili e si fissa che l’erogazione giornaliera per l’alimentazione e l’igiene umana, in quanto diritto umano universale, si basa sul quantitativo minimo vitale gratuito di 50 litri, che deve essere garantito anche in caso di morosità. Il testo introduce anche misure per la trasparenza della bolletta del servizio idrico integrato, in modo da informare i cittadini sullo stato di investimenti sulle reti, sui parametri di qualità dell’acqua e sulle percentuali delle perdite idriche. Previsti anche i contatori intelligenti, con la telelettura per il controllo dei consumi idrici. Per fare in modo che l’accesso all’acqua sia davvero un diritto universale, riconosciuto a ogni essere umano è stato istituito un fondo di solidarietà internazionale, presso il Ministero degli esteri, da destinare a progetti di cooperazione che promuovano l’accesso all’acqua potabile e ai servizi igienico-sanitari, con particolare attenzione al sostegno e al coinvolgimento della cooperazione territoriale delle comunità locali. Il provvedimento passa ora al Senato per l’approvazione definitiva.
Qui è possibile scaricare il testo del disegno di legge