Adesso, tutto ciò che è necessario.

Whatever it takes.

Queste parole pronunciate da Mario Draghi quando la BCE decise di assumersi un ruolo importante e anticiclico per arginare gli effetti della crisi del 2008 sono oggi nuovamente e terribilmente di attualità. Tutto ciò che è necessario. Lo ha ripetuto più volte il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Lo ha fatto anche il Ministro Gualtieri, idem il Ministro Speranza.
Nessuno oggi può sapere quanto questa emergenza durerà. Ascoltiamo virologi, protezione civile, esperti. Forse un fiume di informazioni, anche eccessivo, nel martellamento quotidiano dei media che genera fiumi di fake news e troppi esperti della domenica.
La realtà è che purtroppo le incognite sono ancora molte e l’unica vera possibilità che abbiamo è arginare il contagio, la sua avanzata, rispettando le indicazioni che ci sono state date: igiene, rispetto distanze, restare a casa il più possibile compatibilmente con lavoro e necessità, rispettando e rafforzando il nostro sistema sanitario messo duramente alla prova, e lavorando a farmaci e vaccini.
 
Whatever it takes.
Il decreto “Cura Italia” è un provvedimento importante. 25 miliardi è la cifra che una settimana fa abbiamo autorizzato in aula come cifra di scostamento. La cifra più o meno di una manovra di bilancio. Ma non basterà. Lo sappiamo bene. Per quanto credo sia stato fondamentale aver messo in campo un rinforzo qualificato per strumenti e personale sanitario, aiuti alle famiglie, ai lavoratori, sospensione pagamenti per le imprese, risorse per il credito. All’interno troverete il testo del decreto, notizie e riferimenti utili.  A mio parere il Governo, il Presidente del Consiglio, il Ministro Gualtieri, il nostro stesso Presidente della Regione, Enrico Rossi, si stanno muovendo bene. Presidiando, comunicando, assumendo anche decisioni in tempo reale. Ci sarà ancora da fare, da intervenire, ma è importante davvero non lasciar solo nessuno sia con i provvedimenti, sia con le parole dirette di chi ha il timone dei provvedimenti. Tutto ciò che è necessario. Nessuno resterà solo. Sono impegni, promesse da rispettare.
 
Whatever it takes.
Poco più di una settimana fa il mondo pareva isolarci, nella “nostra” crisi. L’impatto delle dichiarazioni della Presidente della BCE, Cristine Lagard,  è stato devastante (“non sono qui per occuparmi dello spread”), e infatti non solo lo spread è balzato in alto, ma è dovuto intervenire con una durissima dichiarazione il Presidente della Repubblica Mattarella per chiarire che “dall’Europa… ci si aspetterebbero iniziative di solidarietà e non mosse che possono ostacolarne l’azione”. In pochi giorni il mondo è cambiato. Il Covid-19 non è più un problema del nostro Paese dopo la Cina, ma è diventato Pandemia. Francia, Spagna, Germania, Nord Europa. Tutti stanno seguendo a ruota i nostri provvedimenti. Le frontiere europee si stanno chiudendo con l’esterno, e si è capito, dopo episodi spiacevoli che avrebbero bloccato l’arrivo di mascherine e respiratori verso il nostro Paese, che l’Europa, se è una cosa seria, deve affrontare assieme questa emergenza, con interventi, produzione e importazione di presidi sanitari, facendo squadra sulla ricerca e producendo iniezioni degli aiuti che serviranno, e cioè di tutto ciò che è necessario. E’ stato il Ministro Speranza il primo a chiedere oltre un mese fa un consiglio europeo sul Covid19. Oggi si è capito ovunque perché. Oggi si comincia a discutere di fondo di emergenza europeo, di Covid bond.
 
Whatever it takes.
Covid19 riguarda tutti, non rispetta confini, condizioni sociali. C’è innanzitutto la dimensione sanitaria e sociale. Spaventosa, per fortuna pubblica e universale. Chi avrebbe pensato che in questo Paese ci saremmo trovati a allestire ospedali in una fiera, su una nave, o in campo… ma lo stiamo facendo. Immissione di personale sanitario in ruolo massicciamente. Imprese tessili che riconvertono la catena, o che avevano dismesso la produzione di mascherine perché annientati dalla concorrenza cinese, tornano a farlo. Assieme all’Italia che resiste e si riorganizza come fosse un’economia di guerra,  facendo tutto ciò che è necessario, c’è poi una dimensione sociale e individuale che sta cambiando le nostre vite. Il virus ci impone solitudini, difficili per tanti ragazzi, difficilissime per tanti anziani, ma sta generando straordinarie catene solidali nella consegna della spesa, nello scoprire il bisogno del vicino di casa e attrezzarsi per aiutare. E c’è qualcosa di importante anche in quel ritrovarsi ai balconi o alle finestre per cantare tutti assieme ed esorcizzare la paura, la solitudine, la clausura forzata. L’impossibilità di abbracciare e baciare ti fa scoprire, lontano dalle nostre frenesie,  quanto gli altri possono mancare. Ci renderà migliori tutto questo quando la crisi passerà? Lo spero, intanto è davvero inquietante constatare come, anche nella gestione di questa situazione Trump e Boris Jonshon abbiano ancora una volta fatto la differenza. Giorni di negazione della gravità, la tesi dell’utilità del contagio per sviluppare una sorta di “resistenza di gregge” in GB sacrificando i più deboli, e poi il dato del picco nell’acquisto delle armi negli Usa, come se il Covid19 si potesse abbattere con una pistola o una mitraglietta… E la Cina, che in molti nei mesi si preoccupavano di tenere lontana e isolata, giunge con tonnellate di aiuti e con medici e competenze.
 
Whatever it takes.
Questo dovrebbe essere un momento di grande compattezza nel Paese. Purtroppo anche dentro a questa crisi non sono mancati sciacalli e comportamenti vergognosi. Penso al mercato nero delle mascherine ma anche a episodi come quello che ha visto protagonisti Ceccardi e Centinaio di cui parlo nella news sotto, affittare un autobus per recuperare 50 persone amiche dal rientro dalle Canarie. Non sono tollerabili, accettabili. Ognuno di noi in questi giorni ce la sta mettendo tutta per dare il proprio contributo. Il personale sanitario che lavora senza sosta e spesso in condizioni di scarsa sicurezza. Nel bilancio che a oggi contabilizza 2500 morti, sono da annoverare operatori del 118, medici, impiegati delle poste… persone che non hanno smesso di lavorare e aiutare gli altri per fare tutto ciò che e necessario.  I Sindaci lavorano h24 in perenne collegamento con Asl, protezione civile, volontari. Operai e impiegati nelle imprese private e nei pubblici servizi proseguono il loro impegno quotidiano non sempre garantiti da DPI (dispositivi di protezione individuale) adeguati. Agricoltori e lavoratori della distribuzione alimentare, non si fermano garantendo a tutti noi approvvigionamenti di cibo e beni di prima necessità. Farmacisti, forze dell’ordine, volontariato.  Molti si stanno impegnando anche attraverso il web, radio, tv per intrattenere, per mettere in rete opportunità utili a far sentire meno sole le persone. Arcobaleni, disegni di bambini, e quel refrain #andràtuttobene, sono la cifra di una comunità che forse nelle solitudine sta ricostruendo una coesione sociale.
 
#andràtuttobene.
In questi giorni anche io mi sono trovata mio malgrado  in situazione di isolamento forzato che durerà fino al 24 marzo, per il contatto avuto la scorsa settimana, durante la seduta alla camera con un collega risultato positivo. Mi ha impressionato il numero di messaggi, telefonate che ho ricevuto pur non essendo malata. Vi ringrazio davvero. Vi confermo anche attraverso questo strumento che sto bene, non ho febbre né alcun sintomo,  e che non mi sono mai fermata nel lavoro, anzi, devo ammettere che sono perennemente al telefono e al Pc da casa per esame dei decreti, la loro interpretazione, per raccogliere difficoltà, per aiutare le persone che devono rientrare a farlo attraverso i canali della Farnesina, per far giungere al Governo criticità, necessità di modifiche, ecc.
Sono in perenne contatto con i sindaci, con il consigliere regionale del mio territorio, con il mio partito. Cerco di veicolare con tutti gli strumenti le informazioni ufficiali del Governo prima possibile, di fare il punto sulle cose da fare con urgenza. Faccio, come tutti, solo il mio lavoro.
Nessuno di noi può dire oggi quando finirà l’emergenza, quando potremo riprendere le nostre vite e ricominciare a ricostruire. Perché ci sarà da ricostruire davvero. Goldman Sachs prevede per l’intero 2020 una contrazione di almeno il 3,2%.
Ricostruiremo, e cercheremo di farlo bene. Intanto ognuno al lavoro per fare tutto ciò che è necessario, convinti fino in fondo che #andràtuttobene e che ce la faremo.
Susanna

One thought on “Adesso, tutto ciò che è necessario.

  1. Ho visto questo messaggio indirizzato al Presidente Conte: “Arrivo al dunque: nel decreto emanato per quanto riguarda gli aiuti economici io, come molti altri siamo rimasti fuori. Non basta aver difficoltà a trovare lavoro, avere un’età sopra i 30 per cui i titolari ti evitano perché gli costeresti troppo di contributi, non basta doversi accontentare di lavori stagionali dove sei sfruttato, sottopagato e senza giorni di riposo senza nessuna garanzia per l’estate successiva. Non basta passare tutto l’inverno alla ricerca di un lavoro perché la disoccupazione ti copre solo un paio di mesi, arrivando inevitabilmente all’inizio della nuova stagione per poter finalmente ricominciare (marzo/aprile). .. Appunto io vivo in Versilia dove si lavora solo l’estate. A settembre si termina. Avrei dovuto cominciare a marzo, ma il ristorante ha chiuso ovviamente per il corona virus. Al momento non ho in mano nessun contratto e tanto meno non si sa quando le attività ristorative/turistiche riapriranno. Non percepisco più disoccupazione da gennaio. Vivo sola, ho affitto e spese. Nel decreto leggo che gli aiuti verranno dato a chi a gennaio/febbraio aveva un contratto di lavoro in essere, ma è ovvio che chi lavora la stagione estiva a gennaio non c’è l’abbia! Come me tantissime altre persone! Non siamo stati considerati. Questo può valere per gli stagionali invernali, ma non per quelli estivi. Siamo fantasmi che torniamo buoni solo quando c’è bisogno di lavorare a ritmi serrati, col caldo, senza riposo, correndo e stando in piedi anche per 10 ore. Non è corretto. Pensi anche a noi, faccia qualcosa la prego! Non abbiamo voce in capitolo, ha detto che gli italiani non si devono sentire abbandonati. Non è così. Io mi sento beffata ed abbandonata! Spero davvero ci rifletta e che pensi anche a noi! Grazie,” Lei pensa che si potrebbe fare qualcosa? Grazie per l’attenzione e Buon Lavoro – annamaria vannoni

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