Il nostro Paese ha uno straordinario patrimonio verde costituito da foreste e boschi. Purtroppo, ne parliamo poco in termini di risorsa, parliamo poco delle sue potenzialità. Diventa notizia di fronte alle tragedie prodotte dagli incendi, o da eventi climatici violenti, o dagli effetti generati dal dissesto idrogeologico conseguenza della mancata cura, gestione. Eppure, le aree forestali coprono oltre il 36% del territorio nazionale con oltre 11 milioni di ettari, un terzo dell’Italia, con un aumento molto forte avvenuto negli ultimi anni.
Più alberi e più foreste significano una maggiore capacitò di assorbimento della CO2, ma implicano la necessità di avere adeguate politiche di gestione e manutenzione. Significano provare a tenere assieme nel modo migliore, la valenza ambientale, la gestione economica delle risorse (la valorizzazione della filiera del legno, i frutti del sottobosco, la gestione turistica, naturalistica), la prevenzione degli incendi e del dissesto idrogeologico, l’attività di vigilanza e di gestione in materia di fauna selvatica, o di pesca nelle acque interne, l’impresa ed il lavoro.
Per fare il punto sulle norme in vigore, la pianificazione in atto e confrontarci con i tanti attori della filiera e gli enti locali più coinvolti, abbiamo organizzato un’Agorà dal titolo “Le foreste italiane: serbatoio e risorsa ambientale, economica, sociale. Gestione, vigilanza, prospettive”. Insieme a me hanno partecipato, tra gli altri, Francesco Fortuna (capo Gabinetto del Ministro Patuanelli), Alessandra Stefani, dirigente del settore Foreste del Mipaf, la collega e responsabile Ambiente e Transizione Ecologica PD, Chiara Braga, oltre a rappresentanti delle associazioni, dei sindacati e del mondo scientifico. È stata un’agorà partecipatissima con 25 interventi ed interessanti contributi.