L’agricoltura abbandonata e le parole al vento del ministro Zaia

Peggioramento della quota dell’export nel mercato mondiale (dal 3,3 del 2004 al 3 di fine 2008), calo della redditività e dei prezzi dei prodotti(meno 20 – 30 per cento); ridimensionamento delle dimensioni delle aziende (la media in Italia e di 7,6 ettari contro i 52 della Francia e i 45 della Germania); brusco abbassamento del reddito reale degli agricoltori (meno 12 nella media Ue con l’Italia a meno 25 per cento). Sono questi i numeri di una recente ricerca dell’ Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare (ISMEA) che fotografano la crisi dell’agricoltura italiana.

A colpire di più è la caduta senza precedenti dei prezzi dei prodotti che a parità di costi, alti, hanno causato una perdita di competitività a dir poco preoccupante. A questo si aggiunge la scarsa percentuale di export per i prodotti italiani dovuta alla “polverizzazione” degli operatori che non hanno peso sul mercato estero. La qualità delle nostre eccellenze agroalimentari non basta quando per esempio, le nostre più grandi aziende del latte non arrivano neanche ad un terzo della più grande cooperativa francese. Non solo, sul fronte delle politiche e delle scelte europee, il peso dell’Italia è diminuito sensibilmente negli ultimi due anni. Basti pensare che il Ministro Zaia nelle ultime tredici riunione dei ministri dell’agricoltura a Bruxelles, è stato presente solo quattro volte. Questo governo ha sempre dimostrato scarsa attenzione verso il settore agricolo e, negli ultimi mesi, anche per l’impegno elettorale del ministro candidato alla presidenza della Regione Veneto, la situazione è andata peggiorando.

Volendo fare una galleria delle promesse fatte e non mantenute da Zaia potremo iniziare dal “Codice agricolo” definito dal ministro “la rivoluzione che semplificherà la vita dei contadini” ma bocciato dal mondo agricolo stesso ancor prima di giungere in aula, e quindi rinviato dalle commissioni di camera e senato al mittente, perché presentava molti punti lacunosi e dubbia interpretazione del codice. Nessuna semplificazione, era stata individuata dalle associazioni agricole, che invece aspettavano un codice moderno e adatto alla fase delicata che sta vivendo il settore primario. Sul fronte degli investimenti, il governo, poco più di un anno fa aveva annunciato che uno degli obiettivi primari sarebbe stato quello di aumentare gli investimenti sia pubblici che privati per l’agri business e lo sviluppo rurale. In realtà, nella finanziaria 2008 tra tagli della manovra estiva e Finanziaria, sono diminuiti di 682 milioni di euro le risorse per l’agricoltura e nella manovra 2009 abbiamo registrato un meno 40 per cento delle spese in conto capitale e meno 24 per cento di autorizzazioni di spesa destinate agli investimenti. Ancora, il disegno di legge per il rafforzamento delle competitività nel settore agroalimentare, titolo ambizioso, ma purtroppo caratterizzato dal vuoto di risorse, annunciato da Zaia nel dicembre 2008 è stato, poco più di un mese fa, affossato alla Camera dopo l’approvazione di numerosi emendamenti dell’opposizione. Per chiudere questa rassegna di parole al vento del governo sull’agricoltura, ecco altre promesse non mantenute o appropriazioni indebite, sbandierate dal ministro Zaia.

Etichettatura dell’Olio extravergine d’Oliva: il ministro, nel giugno scorso annuncia che l’olio di oliva è salvo, grazie ad una battaglia del governo. In realtà Zaia ha raccolto i frutti del Governo Prodi che emanò  decreto ministeriale del 10 ottobre 2007 in materia di indicazioni obbligatorie nell’etichetta dell’olio vergine ed extravergine.

Imprese italiane all’estero: Il sostegno annunciato dal governo nei fatti non c’è stato. In due anni è stato solo ereditato il credito di imposta dal precedente governo.

Fondo di Solidarietà nazionale: Mentre Zaia, il 26 gennaio scorso, annuncia di aver chiuso la questione del Fondo e di essere molto soddisfatto, la realtà dice che sono oltre 400 i milioni sottratti alle Regioni.
Risorse nel settore bieticolo saccarifero: Il ministero delle politiche agricole fa sapere che non è mai venuto meno l’impegno su questo settore, in realtà per la prima volta dal 2005 il governo non adempie agli impegni assunti con il settore.

Quote Latte
: nel marzo del 2009 Zaia parla di un decreto fondamentale sulle quote latte. I fatti lo smentiscono dicendoci che grazie ad un’operazione condono che premia chi non è stato alle regole, si regala ai grandi splafonatori un valore di oltre 60 milioni di euro; si riduce il loro versamento per rientrare nella compensazione fino al 5 per cento, anziché l’intero prelievo, il tutto “in barba” ai produttori che hanno pagato tutto e seguito le regole.

Mi sento di aggiungere a tutto questo l’uso assai discutibile delle risorse pubbliche, del Patrocinio del Mipaf, di Buonitalia per una pubblicazione che celebra il Ministro e i suoi “fasti” inviata a tutte le famiglie venete. Vicenda stigmatizzata da una interrogazione del Pd ad oggi senza risposta.

Lascia un commento