“C’è un comparto importante in Italia, che è in salute, cresce ed è competitivo: è quello dell’agricoltura biologica e biodinamica. Un settore che attende da anni una normativa adeguata e coerente con il suo sviluppo Oggi siamo qui a dare una risposta a questa domanda”. Susanna Cenni, vicepresidente della Commissione agricoltura e prima firmataria di una delle due iniziative di legge del Pd, interviene nella discussione sul disegno di legge sulla produzione agroalimentare biologica, annunciando il ‘sì’ da parte del gruppo del Partito democratico. Il ddl è stato approvato da tutti i gruppi, escluso quello di Forza Italia. La deputata senese aveva sottoscritto assieme al collega Massimo Fiorio anche nella scorsa legislatura il testo sull’agricoltura bio che aveva ottenuto il via libera della Camera, fermandosi poi al Senato.
“Questa discussione – sottolinea Cenni – è frutto di una richiesta del PD in virtù di due nostre iniziative di legge, una della sottoscritta e una della collega Maria Chiara Gadda, che raccolgono il lavoro svolto nella scorsa legislatura. È motivo di soddisfazione che va ad aggiungersi a quello per l’intenso lavoro di audizione e di ascolto svolto in questi mesi che ci ha consentito di aggiornare e migliorare il testo iniziale”.
“La crescita dell’agricoltura bio è fotografata da alcuni numeri – dice ancora Cenni – Secondo i dati ISMEA, nel 2017 le superfici coltivate in Italia hanno sfiorato i 2 milioni di ettari, in crescita rispetto al 2016. Eurostat ci dice che il nostro Paese ha un rapporto tra agricoltura convenzionale e bio è tra i più performanti. 76mila imprese lavorano nel settore che occupa il 15,4 per centro della superficie agricola utilizzata (dati SAMA). Un andamento esponenziale che riguarda anche i consumi. 8 consumatori su 10 hanno acquistato prodotti bio nell’ultimo anno e il 42 per cento lo fa abitualmente. A questo dobbiamo aggiungere molte pagine di letteratura scientifica che parlano di effetti positivi del bio sulla salute umana, sul benessere degli animali e dell’ambiente”.
“La legge – conclude Cenni – aggiorna e definisce un metodo che consentirà di ‘mettere a sistema’ il settore, anche da un punto di vista normativo. Una legge che chiarisce ‘chi fa cosa’, dallo Stato alle Regioni fino agli enti locali, stabilisce strumenti di confronto e di lavoro, parla di ricerca, che è uno dei motori e degli effetti della crescita del biologico e del biodinamico. La grande spinta dal basso registrata in questi anni ha visto nascere e crescere biodistretti e sistemi economici, ambientali e sociali che oggi rappresentano un valore aggiunto in tutto il Paese. Ed è sulla scia di questo lavoro che abbiamo definito il piano nazionale delle sementi bio, grazie alla collaborazione di CREA. Adotteremo, inoltre, un piano finalizzato ad aumentare la disponibilità delle sementi biologiche. Se vogliamo essere credibili quando parliamo di sviluppo sostenibile, di tutela dell’ambiente e di agricoltura di qualità dobbiamo puntare su opzioni concrete. Il biologico è una di queste opzioni e oggi diamo a questo settore un’opportunità di crescita in più”.