“Si viene e si va… ” dice il ritornello di una bella canzone di Ligabue. Purtroppo però è quanto mi è venuto in mente nelle ultime settimane, pensando alla nomina del terzo ministro in tre anni all’Agricoltura nella persona di Romano, e del sottosegretario Rosso.
Proprio così. Dall’inizio della legislatura ad oggi si è passati dal dicastero di via XX Settembre per andare altrove. Qualcuno doveva costruirsi una visibilità per correre alla Presidenza della Regione Veneto, e lo ha fatto portando a casa la vergogna delle quote latte, qualcun altro riempiva un vuoto in attesa di altri incarichi, ed in realtà nessuno si è occupato delle grandi criticità di questo settore (il calo di reddito, la scarsa remunerazione, la lunghezza della filiera, la contraffazione dei prodotti, il costo del gasolio, la burocrazia…). Poi siamo giunti all’ultimo passaggio, appunto, il ministro Saverio Romano e il neosottosegretario Rosso.
Chi sono questi signori?
Il primo è uno dei principali esponenti del gruppo dei responsabili, eletto nelle fila dell’Udc e saltato sul carro della maggioranza il famoso 14 dicembre. È venuto qualche settimana fa in audizione in commissione agricoltura e francamente non ci ha colpito né per competenza né per chiarezza di idee, ma piuttosto per lo spoil system da record (pare che siano in arrivo decine di persone nuove al Ministero).
Il secondo è uno dei tanti che ha esultato passando dal Pdl a Fli per poi far ritorno all’ovile in tempi molto brevi. Piemontese, già vicepresidente della Commissione Agricoltura, posso garantirvi di non averlo mai sentito svolgere un intervento di merito sui problemi del settore.
Aggiungo una perla: l’incarico che l’On Razzi (ex Idv) avrebbe avuto come consulente del Governo sulla tracciabilità degli alimenti: vi consiglio di cercare l’intervista che il Tg3 ha realizzato per conoscere le sue competenze in materia.
In questi anni ho incontrato tanti agricoltori, ho imparato ad ascoltare la loro rabbia a comprendere la loro fatica, ed è per questo che non riesco a prendere con ironia tutto questo.
l’intervista a Razzi lasciava senza parole!
maura