Click, clack…non so se in un fumetto questo sarebbe il rumore delle chiavi che aprono la cancellata di un settore dentro ad un carcere. Sono tante le chiavi, i controlli, poi le singole celle. I click clack ti precedono, ti seguono, ti accompagnano. Assieme ai volti stanchi, vigili degli agenti della polizia penitenziaria. Poi ti rimangono dentro per un po’, anche quando hai già preso la strada di casa.
Ricordo la prima volta che sono entrata in visita ufficiale in un carcere: ero ancora assessore, era un carcere femminile, era l’8 marzo. Allora i clik clak mi gelarono la schiena.
Poi ogni ferragosto sono andata nei carceri. Ranza e Siena. Ed ogni volta ho imparato qualcosa di nuovo. L’ho imparato non solo dalle statistiche sui numeri dei detenuti, da quelle degli agenti in ruolo. L’ho imparato dagli occhi. Quelli intravisti attraverso le sbarre di chi si chiedeva chi fossero i visitatori della giornata, quelli del Comandante che paziente ascoltava ogni richiesta dei detenuti che lo vedevano passare.
L’ho imparato dai racconti delle Direttrici, dall’ostinazione dei lavoratori che pur essendo messi a dura prova con straordinari oramai divenuti ordinari…svolgono il loro lavoro con dedizione e vedono una organizzazione ministeriale sbagliata che forza, riempie i “contenitori”e non si pone altri problemi.
Ranza ha superato la soglia di tolleranza di quasi 100 detenuti, mancano 40 guardie carceraria. In questo drammatico 2010 solo 8 agenti sono stati inviati “temporaneamente” ad alleviare le difficoltà. La direttrice che se n’è appena andata, un siciliana forte e determinata ha portato determinazione ed idee, ha allentato qualche morsa della detenzione, ha raccolto stima ed apprezzamento, ma ha concluso il suo incarico, ed oggi, dopo 5 anni dal pensionamento del vecchio direttore Ranza è ancora senza una direzione effettiva.
Santo Spirito è oramai una vergogna negli anni 2010 per le condizioni igienico sanitarie.
Interrogazioni, lettere, mobilitazione, Noi ci siamo sempre stati, ed oggi gli agenti ce lo hanno riconosciuto, ma purtroppo le risposte del Ministro non ci sono mai state. Ben altre sono le priorità del Ministro Alfano…tanto tempo sono costati il legittimo impedimento, il processo breve, la legge bavaglio…perchè occuparsi delle carceri che esplodono, in cui si moltiplicano come in nessun altro paese suicidi, aggressioni agli agenti ecc….
Eppure il sistema carcerario la dice lunga sul livello di civiltà di quello stesso Paese.
La strada non puo essere quella del piano carceri…ma di una diversa idea della pena, della rieducazione, del reinserimento…
Non abbasseremo l’attenzione su Ranza, non lasceremo soli quegli occhi stanchi, non possiamo dimenticarci di quel suono metallico: Clik Clak.