Aver cura della democrazia

 

Non sappiamo come finirà in GB dopo il voto negativo alla proposta di accordo con l’UE per la Brexit che la May ha sottoposto al Parlamento. Il voto di sfiducia richiesto dai Laburisti l’ha salvata, ma è questione di giorni. Qualcosa dovrà accadere. Nuove elezioni politiche? Un nuovo referendum? Non lo sappiamo, ma la grave situazione in cui la GB si trova, con esiti ancora incerti, ci dice molto di dove siamo, della approssimazione con la quale Cameron fece la scelta di sottoporre a Referendum un tema di così grande delicatezza. Ci aiuta a riflettere seriamente sulle nostre democrazie, sulla linfa che ha alimentato populismi e sovranismo, sui rischi legati a una semplificazione dei concetti di democrazia diretta, sui toni da troppo tempo in campo, tesi a delegittimare politica, partiti, intermediazione, corpi sociali e rappresentanza, anche con nostre responsabilità. Si sono prodotti danni profondi. Danni chiarissimi e riconoscibili nel pasticcio del testo discusso per settimane dalla Commissione Affari Costituzionali della Camera per la istituzione del referendum propositivo. Ne trovate i dettagli più avanti nelle news. Un passo per fortuna fermato, anche grazie a una nostra azione di ostruzionismo, che ha portato a una riflessione e un passo indietro della relatrice pentastellata Dadone con modifiche sostanziali al testo e una ripartenza del lavoro di analisi parlamentare.

L’ho scritto spesso in questi giorni, la Democrazia Parlamentare, la Costituzione sono un bene prezioso, molto prezioso, di cui aver cura. Dovrebbero rammentarlo a quei Ministri che usano l’arresto di un pluriomicida e il suo arrivo in Italia per una passerella, presenza che non hanno ritenuto di garantire al rientro della salma del giovane Megalizzi, o quelli che dicono parole prive di senso di fronte ai dati relativi al crollo della produzione industriale e alla probabile necessità di una manovra correttiva. Le divise, i dati sulla crescita, l’uso di parole evocative…come “democrazia diretta”…per avviare lo scardinamento della funzione legislativa, per contrapporre “il popolo” alla “rappresentanza parlamentare”. Il popolo. Anche questa è una bella parola, una parola formidabile.

Ma devi usarla nel modo giusto. Il popolo vota, pensa, ascolta, parla, manifesta, ma il popolo non può governare direttamente, non può votare le leggi. Il mandato, la delega, le istituzioni sono fondamenta di un sistema democratico fatto di procedure, partecipazione e contrappesi. Il clima che stiamo respirando, gilet gialli difficilmente collocabili politicamente e contenutisticamente, un movimento contro, distruttivo. E anche le piazze dei Vaffa di grillina memoria lo erano. Poi però se devi governare ti rendi conto che le cose sono più complicate, che i provvedimenti, le leggi, la copertura economica sono una cosa seria, che le banche devi salvarle perché non si tratta tanto di salvare i banchieri, ma i correntisti, i risparmiatori, i lavoratori. Che pensioni e reddito sono questioni serie, che hanno a che fare con la pelle delle persone con cui non puoi scherzare. E ancora magari scopri che il terzo settore gli utili che vorresti tagliare non li fa, e che hai sbagliato a togliere le agevolazioni, e allora …devi rimediare.

Questo Governo sta accompagnando il Paese in un declino che rischia di diventare inarrestabile. A noi spetta il compito di costruire un’alternativa forte e credibile, spetta ricostruire una comunità e cambiare. Cambiare noi stessi e l’Italia.

Il Congresso che stiamo celebrando è tardivo, molto. Avremmo avuto bisogno di altre regole, di un percorso al passo con in tempi che viviamo.

La discussione nei circoli è iniziata e il 3 marzo si svolgeranno le Primarie, giornata nella quale iscritti, lettori e i cittadini che avranno voglia di investire su un nuovo progetto potranno partecipare e concorrere alla scelta del nuovo segretario.

Io credo che in un passaggio così stretto la piattaforma di Nicola Zingaretti sia l’unica in grado di ricostruire, rinnovare, esprimere la discontinuità che serve al Pd, ma soprattutto all’Italia. Nicola ha raccolto il consegno dei cittadini anche nei giorni in cui alle politiche si celebrava la sconfitta più grave che la sinistra abbia mai vissuto.

Parla all’Italia, alle giovani generazioni, parla di democrazia, di economia giusta, usa le lenti della sostenibilità ambientale e sociale, della differenza di genere. Zingaretti da Presidente della Regione ha varato norme che consentono ovunque il rispetto della legge 194, poche settimane fa ha firmato un innovativo protocollo di intesa per incrementare i controlli e prevenire ogni forma di sfruttamento del lavoro in agricoltura.

La sua piattaforma è stata costruita dal basso con strumenti e reti sul web e centinaia di appuntamenti in giro per l’Italia. La sua piattaforma mette al centro le persone prima di tutto, la loro vita, il Paese, l’Europa. Ambiente, impresa, lavoro buono, scuola, innovazione e ricerca, cultura. Democrazia, istituzione, enti locali.

Torna a parlare di un partito, un Partito da rigenerare con nuovi strumenti e con partecipazione vera. Di Sinistra, di un campo largo di alleanze politiche e sociali da costruire. Attorno alla sua candidatura tante adesioni anche esterne al Pd e documenti (come quello di Gianni Cuperlo e Sinistra Dem) e appelli (come mondo della cultura per Zingaretti).

Una candidatura che mi ha convinto per tante delle ragioni che ho citato, e che sto sostenendo.

Nel Paese, in Europa tira davvero un vento gelido. La morte del sindaco di Danzica, difensore dei valori democratici e dell’integrazione, ci dice quanto i seminatori di odio abbiamo generato. C’è molto lavoro da fare, e c’è una nuova sinistra da costruire. Ci sono candidati da sostenere nei nostri Comuni e l’appuntamento delle Europee, nel quale è in gioco il futuro stesso del sogno europeo.

Credo che Nicola possa essere la guida utile per ripartire.

Di una guida autorevole, di una visione e di una comunità abbiamo bisogno.

Adelante!

Susanna