Il consumo di frutta e verdura in Europa sta attraversando un periodo difficile, sul quale è utile spendere due parole. Il clima di panico generato dai numerosi casi di infezione di E. Coli, il cosiddetto batterio killer può avere serie conseguenze nell’andamento dell’agricoltura del nostro paese e nel consumo dei prodotti ortofrutticoli. I danni provocati dall’infezione, infatti, non sono assolutamente da sottovalutare. Il bilancio delle vittime dell’epidemia, in Germania è salito a quota 22, portando il totale in Europa a 23.
Ancora non è certa la provenienza del batterio killer, né come si sia prodotta la contaminazione. Sicuramente occorre fare molta attenzione a ciò che mangiamo, soprattutto alla sua provenienza, ma al momento le nostre produzioni nazionali non sembrano essere state contagiate. Una vicenda che ci riconferma come i temi la tracciabilità, della trasparenza e dell’etichettatura siano fondamentali. Con un’interrogazione noi del Pd abbiamo chiesto al Governo una decisa presa di posizione per far fronte ad una questione che sta creando un crescente allarme nella popolazione e nell’opinione pubblica di tutta Europa. Nello specifico abbiamo chiesto al ministro della salute e al ministro dell’agricoltura, quali provvedimenti intendono prendere a fronte di questa situazione.
In particolare occorrerebbero delle azioni serie nel settore dell’agricoltura e dei controlli mirati per monitorare l’evoluzione dell’epidemia di “Escherichia Coli” che sta interessando la Germania e molti paesi europei, per prevenire casi di infezione nel nostro paese. Sono necessari dei controlli più forti su tutti gli ortaggi e la frutta che arrivano in Italia, per poterne garantire la sicurezza. Il tutto senza generare o alimentare inutili allarmismi: un’adeguata campagna di informazione, infatti, potrebbe essere utile per evitare ripercussioni negative sulle vendite dei prodotti italiani. Infine, abbiamo chiesto ai due ministri, quali provvedimenti intendono prendere per promuovere il consumo di prodotti made in Italy, in questa stagione disponibili e più sicuri di quelli importati, magari promuovendo anche l’acquisto dei prodotti a “chilometro zero”, continuando al contempo l’esportazione dei prodotti agricoli italiani.