#BellaCiao: una canzone di parte?

Sono in pochi i partigiani rimasti. Noi abbiamo il privilegio di aver ancora Vittorio Meoni, la sua lucida memoria e testimonianza. Con lui ancora alcune figure storiche, preziose. E il 25 aprile è ancora momento di memoria, attualizzazione, ricordo, trasmissione.

Anche per questo sono rimasta colpita dalle interviste, sul 25 aprile, fatte da una giornalista per Ballarò a giovani fuori da locali e da scuole. Interviste svolte a Roma e a Livorno, senza risposte. Troppi giovani non ne conoscono più il significato e quei silenzi, quei tentativi di indovinare quale festa fosse, tra un messaggino e un nuovo post sui social, sono stati per me tristi e soprattutto allarmanti. Una società che perde la memoria ed il senso della sua storia, rischia di non saper costruire nemmeno il proprio futuro.

Non possiamo permetterci di avere manifestazioni sempre meno partecipate, distratte, solo rituali. Non possiamo.

Non possiamo consentire a Sindaci come quello di Piancastagnaio di liquidare le celebrazioni a mera ritualità con la messa al bando di Bella ciao. Uno splendido canto, sì, in effetti di parte, perché in quegli anni c’è stata una parte che si è inchinata al fascismo ed una parte che lo ha combattuto e sconfitto, consentendo all’Italia di diventare una nazione libera e democratica.

“Una mattina, mi son svegliata…”

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