Un appello al Ministro della giustizia, Andrea Orlando, per continuare a tenere “accesi i riflettori” sulla vicenda della chiusura del tribunale di Montepulciano. E’ quello lanciato dai deputati del Partito democratico Susanna Cenni e Luigi Dallai e dal vicesegretario regionale del Pd, Andrea Biagianti, dopo la presentazione del documento della Commissione di monitoraggio ministeriale della riforma della geografia giudiziaria.
Disagi per i cittadini e difficoltà nella gestione dell’attività giudiziaria. “Il documento della Commissione – sottolineano Biagianti, Cenni e Dallai – è del tutto insoddisfacente e lascia aperti problemi gravi. Dei 26 tribunali chiusi il più mal collegato con la sede accorpante è quello di Montepulciano. Dalle zone più periferiche non bastano tre ore per raggiungere Siena. Nell’ex circondario si trovano, infatti, due aree montane: l’Amiata ed il Cetona. Le ricadute pratiche di tali distanze, amplificate dalla carenza infrastrutturale, sono pesanti per i cittadini e per la gestione della giustizia. La distanza incide sui servizi, in termini di efficienza e di maggiori costi. Accorpare due tribunali a 20-30 chilometri o ad oltre 70 non può essere considerato allo stesso modo. Nei mesi scorsi abbiamo cercato, in più occasioni, di evidenziare e sostanziare, con atti parlamentari e con incontri diretti la peculiarità di Montepulciano. Quanto stabilito oggi ignora tutto ciò lasciandoci insoddisfatti, ma determinati nel continuare una battaglia giusta. I processi di razionalizzazione e di riduzione della spesa sono necessari, ma non possono essere compiuti con le sole formule matematiche, penalizzando aree geografiche e peculiarità territoriali”.
Impraticabile, ad oggi, l’ampliamento del tribunale di Siena. “La soluzione logistica che prevedrebbe un ampliamento del tribunale accorpante, inoltre, non è né praticabile né sufficiente. Prima c’erano 7 aule penali nella nostra provincia, mentre oggi ci sono soltanto le tre di Siena. Esiste, del resto, soltanto un’ipotesi priva di progetto esecutivo e di piano finanziario per ampliare la sede accorpante lasciando tutta l’attuale struttura per l’attività penale”.
Spostare tutto a Siena entro il 30 giugno provocherà il caos. “Nella relazione – continuano Biagianti, Cenni, Dallai – viene preso come dato consolidato il superamento della incapienza attuale, quando invece tutto è ‘in alto mare’. In una situazione analoga (Vicenza accorpante Bassano del Grappa), il Ministro ha concesso l’uso della struttura in chiusura per 5 anni, autorizzando anche la trattazione dei nuovi affari. Per Montepulciano, al contrario, si ritiene possibile anticipare la dismissione già dal prossimo 30 giugno. Questo ingolferà le cancellerie già sature di lavoro. Si ingenera così altro caos, pensando che la panacea di tutti i mali possa essere il trasferimento a Siena dell’unica persona di cancelleria rimasta a Montepulciano. Manca anche il senso pratico di disporre che il trasferimento possa avvenire nel periodo delle ferie giudiziarie, senza creare gli inevitabili disservizi dovuti ad uno spostamento da un giorno all’altro in periodo di normale operatività giudiziaria. La soluzione migliore sarebbe il mantenimento di un presidio di giustizia e di una sede distaccata. Non è e non può essere questo il modo di gestire una cosa tanto importante come la giustizia”.
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