Il cambiamento può avere il volto di tante donne. È certo che sia così negli Stati uniti, in cui le tante donne democratiche elette alla Camera, spesso giovani, di colore e quelle che correvano per la carica di Governatore hanno meglio di chiunque altro interpretato il loro No alla cultura sovranista, maschilista, repressiva, razzista, interpretata dall’attuale Presidente. Per la prima volta dalla sua elezione qualcosa non va nella direzione da lui auspicata, e nonostante il suo impegno a tappeto in tutti gli Stati dell’Unione delle ultime settimane, la Camera americana torna nelle mani dei democratici. Spero tanto che uno di questi volti di donna possa interpretare la bocciatura di Trump alle prossime presidenziali americane.
Sono ancora donne quelle che hanno costruito la mobilitazione a Roma di qualche settimana fa e quella recente a Torino. Le prime svillaneggiate da Virginia Raggi per la loro provenienza sociale. Più prudente la sindaca Appendino di fronte a una marea di persone che al suo interno aveva molte cose e molte voci, dalle categorie a favore della TAV alla protesta per la sua amministrazione. È certo che quelle piazze bocciano le sindache grilline.
Poi ancora la straordinaria e multiforme contestazione al decreto legge Pillon che ha invaso città e Paesi. Anche a Siena sabato scorso una bellissima assemblea di donne e a Pisa una multicolore manifestazione. Un disegno di legge che ci riporterebbe indietro di decenni nella pratica dell’affido, che penalizzerebbe le donne, di norma soggetto più debole nella separazione e che violerebbe i principi della stessa Convenzione di Istanbul, come affermano autorevolissime avvocate divorziste che da anni si occupano di separazioni. Una mobilitazione che boccia questo Senatore con un approccio da Inquisitore medievale, che vorrebbe obbligare all’indissolubilità i matrimoni e le donne a partorire anche quando vorrebbero interrompere la gravidanza. Una bocciatura del Senatore e della cultura che questo Governo sta riportando a galla con Ministri come Fontana e con provvedimenti come quello che assegnerebbe la terra in cambio del terzo figlio. E ancora assessori come Buscemi a Pisa, che non solo non compie un passo indietro come richiesto dalle donne di tutte le forze politiche, ma minaccia di togliere i finanziamenti anche al Centro Donna della Città.
Ma bocciato purtroppo è anche il nostro Paese sui tavoli europei, dalla Banca d’Italia all’Ufficio Parlamentare di Bilancio fino al mondo economico. La manovra che ha iniziato il suo percorso alla Camera è secondo tutti gli osservatori diretta come un treno veloce che sta accelerando e si sta dirigendo verso la violazione di tutte le norme adottate per la stabilità della finanza pubblica, poggiando per lo più su una nuova crescita del debito pubblico, e su una forte inaffidabilità delle ipotesi di crescita contenute nel Def. Quelle ipotesi di crescita, 1,5 nel 2019, 1,6 nel 2020, 1,4 nel 2021, sono già state smentite, non solo da Bruxelles, dalle agenzie di Rating, (sul cui ruolo potremmo discutere a lungo) ma anche dai nostri osservatori nazionali, considerata la frenata occupazionale e quella sugli investimenti delle imprese registrata da Istat pochi giorni fa.
È chiaro che di fronte a uno stop avvenuto con il taglio di un anno dei contratti a termine, con l’incertezza totale rispetto a sgravi su assunzioni ecc…, nel mondo delle imprese, soprattutto le piccole e medie imprese che sono l’ossatura del nostro Paese, ci si ferma e si aspetta di capire quali saranno le norme in vigore, gli strumenti di sostegno agli investimenti ecc. E dopo alcuni anni di ripresa della crescita e delle assunzioni tutto questo può avere una conseguenza davvero pesante per la nostra economia.
Ma come ho già avuto modo di dire anche nelle mie newsletter, il tema della manovra in deficit non è grave in sé ma lo diventa soprattutto per i suoi contenuti, perché non si sceglie il debito per avviare una straordinaria stagione di investimenti sulla difesa del suolo, sulle infrastrutture o sull’ammodernamento del nostro sistema produttivo, quella sarebbe stata un’operazione importante capace di generare lavoro e sicurezza. No, anzi, si è chiusa l’unità di missione Italia Sicura. Lo si fa per una discutibile operazione “redistributiva” con il reddito di cittadinanza, di cui a oggi non si conosce il funzionamento, per la flax tax, per una confusa operazione quota 100 che non cancella affatto la Fornero, che non sarà quota 100, ma forse 102 e che consentirà nel caso di anticipare di qualche anno il pensionamento con pensioni da fame. Questa è la manovra. Una manovra che Moscovici e Bruxelles hanno già chiesto di cambiare che rischia, per la prima volta, di portarci dritti verso misure di infrazione e multe.
Come già avvenuto sul decreto dignità, sul decreto per Genova (con il vergognoso condono), anche sulla manovra continueremo la nostra azione di opposizione Parlamentare, ma non basterà quello. L’opposizione va costruita nel Paese, anche per questo il civismo dal basso va rispettato e curato dalla politica tutta. Se i cittadini e soprattutto le cittadine si mobilitano autonomamente significa anche che i Partiti non bastano, che devono rivedere se stessi, e questo tema ci riguarda molto. Riguarda la nostra sconfitta e la nostra difficoltà a ripartire, ed un congresso che per il momento non mi pare all’altezza dei tempi che stiamo vivendo.
Voglio però concludere con una buona notizia: quella della elezione dei presidenti delle Province, in modo particolare voglio augurare i migliori auguri ai neo presidenti delle Province di Siena e di Pisa. Non era un passaggio scontato. C’è stato un impegno importante del Pd, dei sindaci e dei consiglieri e io credo che a loro spetterà un compito importante anche al di là delle competenze provinciali. Buon lavoro a loro e buon lavoro a tutti noi per risalire una china sempre più irta.