Ho ancora negli occhi le bellissime immagini delle celebrazioni dei 30 anni dal crollo del muro di Berlino veicolate da tv, social, rete.
Me li ricordo bene quei giorni. Incollata a tv, radio, vorace nella lettura dei giornali. Una rivoluzione in atto. Si apriva un mondo nuovo, e ricordo l’entusiasmo di tanti della mia generazione. Ricordo le lezioni del Professor Buccianti, uno sconvolgimento della storia conosciuta, il superamento delle logica dei blocchi. C’era un respiro incredibile in quel passaggio, una prospettiva di libertà in evoluzione, di circolazione di popoli, persone, di eguaglianza e maggiori diritti.
Difficile non confrontare tutto questo con il clima di queste settimane, con i nuovi sovranisti, con i porti chiusi e con i nuovi muri (qualcuno ne ha censiti 62..), con le officine e gli stregoni dell’odio.
La Senatrice a vita Liliana Segre messa sotto scorta dopo il crescendo di minacce ed odio veicolato in ogni modo. Una sconfitta per noi tutti. Una sconfitta che ha avuto la sua rappresentazione istituzionale nel voto al Senato per l’approvazione di una commissione di inchiesta contro il razzismo e l’antisemitismo. Un voto che ha visto l’astensione di tutta la destra e un imbarazzante, ma terribilmente significativo, silenzio di quella parte dell’emiciclo durante la standing ovation che ha accolto l’approvazione della iniziativa della senatrice a vita.
Non dimentichiamo mai la lezione di Hanna Arendt, in “La banalità del male”, una lezione con la quale ci ricorda che l’avvento dei totalitarismi è stato possibile grazie al silenzio, all’indifferenza. Lo ha ricordato la stesse Segre in una sua celebrazione del 2 giugno: “le democrazie crollano piano piano”.
Alcuni giorni fa a Roma, quartiere Centocelle, è andata a fuoco per mano criminale una libreria antifascista “La PecoraElettrica”, un luogo di ritrovo, di cultura, di tanti giovani. Era la seconda volta che accadeva. La città reagisce, si mobilita, avvolge la libreria, i titolari con una marea umana di solidarietà. La notte successiva viene dato fuoco ad un altro locale, reo di avere solidarizzato con PecoraElettrica. E così va a fuoco anche Baraka Bistrot. Mafie locali, criminalità legata allo spaccio, destre estreme? Le indagini sono in corso. Ma quel quartiere, come Ostia, come altre aree della Capitale, è oggetto di violenza, odio, criminalità quasi quotidiana, ed ogni germe di cultura, apertura, socialità, solidarietà è visto da questi criminali come grande pericolo. E allora occorre davvero seminare, seminare e seminare ancora cultura, librerie, birrerie, cinema, luoghi di aggregazione, di confronto, e certo, anche la riapertura di circoli del Pd nelle periferie romane serve a generare vigilanza democratica e civica.
In Danimarca sono state nei giorni scorsi profanate 80 lapidi in un cimitero ebraico. A Dresda il Consiglio Comunale ha proclamato lo stato di emergenza per Nazismo, dopo la nascita di un movimento xenofobo e anti islam. A Lucca durante il famosissimo “Lucca Comics e games”, un gruppo di ragazzi improvvisa una performance con costumi da Nazisti.
In Amiata, una cena in memoria della marcia su Roma…e potrei proseguire con gli stadi di calcio, le tifoserie, gli slogans..o ancora con l’odio veicolato via social contro immigrati, donne. Odio, minacce, linguaggi violenti e volgari. Questo è il tempo che stiamo vivendo.
Possiamo ancora pensare che tutto ciò non rappresenti un pericolo? E soprattutto, qualcuno pensa che tutto questo non ci riguardi? Che possiamo girarci altrove?
Io credo che ci riguardi moltissimo esattamente come ci riguardano il futuro dell’Ilva, di Whirpool, del mondo agricolo e dei diritti delle donne, la lotta al caporalato e molto, molto altro.
Dall’insieme di queste cose discende la qualità della nostra Democrazia.
Anche per queste ragioni sarebbe fondamentale che davvero questa esperienza di Governo affondasse la sua quotidianità dentro ad un humus molto forte alimentato da impegno sui temi della buona crescita, della sostenibilità sociale ed ambientale, della qualità della nostra convivenza, del lavoro e del nostro patto sociale.
Ed ogni quotidiano distinguo, ogni gioco al …più uno, non fa che indebolire questa pur complessa alleanza ed in qualche modo anche la tenuta democratica.
Nei giorni scorsi anche alcuni esponenti senesi hanno scelto di abbandonare il Pd. Rispetto le scelte personali, ma non condivido né la scelta politica, né le motivazioni che sono state addotte per l’ennesima scissione, che ancora una volta, dopo Civati, Bersani e c..prima di tutto rende più fragile il Pd ed il centrosinistra, in un tempo come quello che stiamo vivendo.
Non è stagione di competitività tra formule e distinguo, di ostentazione di testosterone ma tempo in cui c’è da rafforzare gli argini in Italia ed in Europa, non di innalzare nuovi muri, e bene ha fatto Andrea Valenti a rilanciare invece la necessità di rilanciare ed aggiornare la piattaforma del Pd anche in terra di Siena, in Toscana. Già la Toscana…
E’ autunno, tempo di piogge e di nebbia, ma come nel paesaggio, per fortuna ci sono immagini e sottofondi che danno emozioni, c’è vita e colore. C’è reazione, c’è resistenza, c’è partecipazione.
A Bologna dal 15 al 17, il Pd in modo molto aperto cercherà di delineare l’orizzonte di un nuovo Paesaggio, del futuro da edificare.
Gli anni 20 del nuovo millennio ci chiedono di mettere in campo un progetto e pacifiche alleanze di costruttori di Un’altra storia.
L’inizio sarà dedicato alla Libertà femminile.
Partire dalle donne mi sembra il passo giusto per cominciare a combattere i fabbricanti di odio e un po’ anche l’eccesso di testosterone.

Novembre ’89, nasceva Gianluca il mio primogenito. quanta gioia sapere che avrebbe vissuto nel mondo migliore che si andava profilando in lontananza nella bruma autunnale che deve ancora aprirsi ai colori dell’ oro dei boschi e al bianco della purezza delle nevi. Io appartengo ad una generazione di progetti, di speranze e di fiducia nel prossimo, nei miei occhi c’erano la speranza e la gioia di sogni possibili e l’ orgoglio di aver dato un senso alle lotte giovanili, il futuro era sempre diverso dall’ oggi e tutto poteva avere una soluzione, bastava cercarla nelle idee e nel confronto.