Da Galan una risposta insoddisfacente, inadeguata, che non fa chiarezza sulla confusione nella maggioranza in materia di caccia. Una risposta per certi versi anche imbarazzante, vista l’impreparazione del ministero sui temi sollevati dalla nostra interrogazione. Lo scorso 7 ottobre la conferenza Stato-regioni ha approvato la relazione sullo stato di applicazione della legge n. 157 del 1992 sulla caccia senza il parere preventivo del Comitato tecnico faunistico-venatorio nazionale (Ctfvn), organismo di controllo previsto dalla stessa legge, composto da rappresentanti nominati dai ministeri dell’agricoltura e dell’ambiente, dalla Conferenza permanente Stato-Regioni, dalle province, dal direttore dell’Istituto nazionale per la fauna selvatica e da rappresentanti delle associazioni venatorie, agricole e di protezione ambientale e faunistica. Un comitato che però da oltre un anno non viene convocato. Siamo dunque al di fuori delle prescrizioni di legge.
L’interrogazione parlamentare rivolta al ministro dell’agricoltura era stata depositata nel mese di novembre, cofirmatari i deputati democratici Sandro Brandolini e Angelo Zucchi, per chiedere conto della mancata convocazione del Comitato, che non si riunisce dal 9 dicembre 2009, e conoscere le intenzioni del ministro competente per il futuro. L’interrogazione chiedeva anche il ruolo svolto dal Comitato ‘Animal Friendly’, costituito dalla ministra Brambilla, di cui fanno parte numerose associazioni che sono anche componenti del Ctfvn, considerato che risulta che tale comitato si occupi di proposte di modifica alla legge 157. Chiedevamo quindi cosa il ministro competente intendesse fare con il Comitato o se per caso la Ministra Brambilla avesse ottenuto la delega sulla caccia, visto il suo attivismo.
Sulla caccia la maggioranza continua la sua strana altalena: da un lato fa i bliz per liberalizzare, dall’altra porta avanti battaglie in senso abolizionista, e oggi ne abbiamo avuto conferma. In molti pontificano (soprattutto perché siamo in campagna elettorale), partecipano ai salotti televisivi, fanno bliz, ma visto il silenzio e il pressappochismo contenuto nelle 7 righe di risposta del ministro dell’agricoltura, almeno una risposta l’abbiamo avuta: nessuno di fatto in questo Paese governa sul serio la materia venatoria.