Cambiare è possibile; tornare a vincere, anche.

Non è stata solo Greta Thunbergh a Milano durante il pre-Cop26, nel Youth4Climate, a pronunciare parole forti, proposte dirette ai “potenti” della Terra. Sono stati 400 giovani, provenienti da tutto il mondo: volti ed appelli accorati, sentiti, competenti, appassionati e anche durissimi nei confronti dei Governi, di decisori troppo lenti per cambiamenti che invece sono in accelerazione spaventosa. Tra le voci che più hanno colpito quella di Vanessa Nakate, ventiquattrenne africana che ha ricordato come la crisi climatica debba essere tradotta in giustizia climatica, giacché le devastazioni colpiscono tutti nella stessa misura ma a patirle di più – tra fame, povertà e carestie – sono quei Paesi che alle emissioni contribuiscono in modo irrilevante. Cop26 non potrà essere un appuntamento rituale, non c’è davvero più tempo. Non è inutile ripeterlo: clima, povertà, fame, economia, lavoro e futuro del mondo sono solo volti diversi della stessa partita.

In queste settimane i momenti significativi sono stati molti: il G20 Agricolo a Firenze, il vertice FAO sui sistemi alimentari a New York, i giorni scorsi a Milano per il pre-Cop26. E poi i tanti appuntamenti accademici, scientifici, politici. Troppe riserve ancora in campo, troppi richiami ai “costi economici” che ovviamente nessuno ignora. Ma davvero non c’è più tempo. È necessario che ogni decisione, ogni finanziamento, ogni misura economica abbia quella condizionalità: il contrasto ai mutamenti climatici e la resilienza dei nostri sistemi economici ed alimentari. Ne abbiamo parlato anche a Siena, con autorevoli interlocutori, in una Agorà molto partecipata.

Il Consiglio dei ministri ha licenziato la NADEF 2021 e contiene alcuni segnali importanti: la crescita (+6%) è superiore alle previsioni del DEF di aprile con prospettive positive per l’anno successivo, sono buoni anche i numeri del nostro indebitamento. L’insieme di questi due elementi consentirà al nostro Paese di attuare una manovra espansiva nei prossimi anni. Tra le priorità ci sono gli investimenti nel sistema sanitario (come confermato dal ministro Speranza a Siena lunedì scorso) e il fondo di garanzia per PMI, mentre prosegue l’impegno per efficientamento energetico degli edifici, investimenti innovativi, revisione degli ammortizzatori sociali, alleggerimento del carico fiscale, assegno unico universale.

Ci sono motivi per mandare messaggi di fiducia e lo hanno fatto sia il Premier che il Presidente della Repubblica. Il nostro Paese sta reagendo e ripartendo. Ma non bastano le cifre del Pil: restano problemi sul fronte occupazionale, testimoniati dalle importanti crisi aperte e descritti dai dati Istat (-80mila occupati nel mese di agosto, con la disoccupazione al 9,3%: quasi una persona su 10); restano problemi per il reperimento di materie prime che rischiano di frenare una parte della ripresa, restano criticità pesanti legate all’aumento dei prezzi di gas, energia, petrolio. Resta una strage senza fine – quella delle vittime sul lavoro: 13 solo nelle ultime 72 ore – per la quale dobbiamo assolutamente attuare misure decise e non più rinviabili. E resta una cifra di incognita sulla evoluzione del Covid. Su questo dovremo lavorare per utilizzare bene le risorse del PNRR e per impostare una Legge di bilancio e una riforma fiscale all’altezza della sfida.

Pochi giorni fa il risultato delle elezioni in Germania ci ha detto che le cose possono davvero cambiare in pochi mesi. Da una crisi profonda, Spd con Olaf Scholz torna ad essere la prima forza politica e a candidarsi per il cancellierato. Come è stato possibile? In gran parte grazie alla serietà mostrata dallo stesso Scholz nella sua azione di Governo anche durante la pandemia e, in seconda battuta, per aver puntato in termini programmatici su alcuni temi di carattere sociale, come lavoro, salario minimo, politica della casa.

In Francia, intanto, l’apprezzata sindaca di Parigi, Anne Hidalgo, si candida per la Presidenza della Repubblica. Lei, socialista, figlia di un operaio e di una sarta, ha dichiarato di «voler offrire un futuro a tutti i nostri figli». Ed anche in questo caso un PSF che sembrava scomparso può tornare ad avere un senso e a vincere grazie a figure autorevoli e alla centralità delle questioni ambientale e sociale, riavvicinando la politica e le istituzioni alla vita delle persone. Sempre in questi giorni in Svizzera un referendum ha visto prevalere il “sì” al matrimonio tra persone dello stesso sesso. A San Marino il “sì” consentirà finalmente alle donne il diritto all’interruzione volontaria di gravidanza, oggi impedita e perseguita.

Sì, le cose possono cambiare e – come ha più volte sottolineato Enrico Letta – da questa terribile crisi che ha fermato il mondo si esce a sinistra. Lo si fa rimettendo al centro le persone e le loro vite, le loro condizioni materiali, i loro diritti, affrontando di petto la crisi climatica, investendo su innovazione e cambiamento, dando spazio e ruolo a giovani e donne.

Enrico Letta sta concludendo la sua bellissima campagna elettorale per le Suppletive. Tante piazze, incontri, ascolto. Più mercati che tweet, più ascolto che comizi. Pacata determinazione e toni mai troppo alti. Tanti chilometri, tanto territorio, tanto tempo messo a disposizione. Certo, qualcuno penserà, così si fa nelle campagne elettorali. Solo che Enrico Letta è il segretario nazionale del PD, un Segretario al quale la terra di Siena ha chiesto di candidarsi a rappresentare un collegio bellissimo ma complesso che gli pone domande di rappresentanza in una delicata stagione per Mps, con antichi ritardi infrastrutturali, con potenzialità formidabili su ricerca e scienze della vita, sull’agroalimentare così come sui danni prodotti dai cinghiali. Non era affatto scontato tutto ciò che è avvenuto.

In queste settimane in terra di Siena, Enrico ha dimostrato umiltà, pazienza, determinazione, una grande affabilità, straordinaria competenza ed autorevolezza e tanta passione politica.

Attorno a lui più persone comuni che establishment.

Anche queste ultime ore saranno importanti per consentire a lui di fare un grande risultato e ai sindaci in corsa di vincere e governare le loro comunità. Sappiamo che è possibile. Sappiamo che quando la politica torna ad esser questa, contano poco le comparsate salviniane e la potenza della “Bestia” (che mi pare tra l’altro si stia sgretolando).

Il cambiamento non si costruisce sui social media, con quelli al massimo lo si comunica. Il cambiamento si costruisce con una politica fatta tra le persone e costruendo le risposte concretamente. Vinciamo adesso nel Collegio e nei Comuni. Prepariamo la vittoria nel 2023.