“30 mila aziende agricole si avvalgono ancora del ‘caporalato’”. Basta questo dato estrapolato dal rapporto Flai Cgil presentato nei giorni scorsi a Roma per farci capire la portata, ancora drammatica, del problema. E la necessità di mantenere salda la posizione contro questa pratica inaccettabile. Anche io ho partecipato a Roma alla presentazione del rapporto “Agromafie e Caporalato“, a cura dell’Osservatorio Placido Rizzotto della Flai Cgil. Un rapporto che fotografa la situazione sull’illegalità nel settore alimentare. I dati sono ancora negativi, nonostante la legge 199 del 2016 su cui proprio il nostro neosegretario Maurizio Martina ha lavorato come ministro dell’Agricoltura.
Di fronte a certi preoccupanti tentennamenti da parte del Governo rispetto alla necessità di tenere alta l’attenzione contro questa piaga, anche attraverso la legge che abbiamo fatto e approvato nella scorsa legislatura, durante il mio intervento mi sono sentita di sottolineare che la legge sul caporalato non si tocca, perché ha contribuito a chiudere una stagione che vedeva affermarsi, nei confronti dei reati gravi, depenalizzazioni e la logica della sanzione più che della pena. Il rapporto della Cgil dimostra come la norma ha portato a risultati importanti, a partire dalle numerose confische e operazioni di polizia, che hanno permesso di recidere il legame tra criminalità organizzata e lavoro della terra, garantendo il rispetto di un modello agricolo di qualità, che difende le nostre eccellenze, tutelando i diritti di chi lavora in agricoltura, contro lo sfruttamento nei campi. Il nostro dovere è andare avanti e garantire la piena applicabilità ed efficacia della legge perché solo così possiamo difendere la nostra agricoltura e i tanti imprenditori agricoli che ogni giorno fanno il loro mestiere, ma anche tutelare prezzi e salari, investendo sulla qualità. Continueremo a vigilare e a monitorare i risultati Proprio per questo, come Pd, abbiamo chiesto alle commissioni agricoltura e lavoro della Camera di aprire un’indagine conoscitiva sull’applicazione legge sul caporalato. È necessario, infine, che il tema delle filiere trasparenti e della qualità del lavoro debbano entrare a pieno titolo nelle misure della futura Pac e dello sviluppo rurale.