Venerdì scorso si è svolta una grande operazione dei carabinieri della compagnia di Poggibonsi, in collaborazione con colleghi del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Siena, che ha portato a tre ordinanze di custodia cautelare in carcere per caporalato e sfruttamento del lavoro nelle campagne del Chianti. Un intervento che dimostra, ancora una volta, le capacità investigative delle forze dell’ordine coordinate dal procuratore di Siena, Salvatore Vitello e dal sostituto Nicola Marini, a cui va il mio sincero ringraziamento. Un risultato importante ottenuto anche grazie alla legge sul caporalato, una norma voluta fortemente dal Governo che consente di punire e intervenire duramente nei confronti di chi sfrutta il lavoro. Ancora una volta siamo di fronte a un episodio grave che dimostra come non esiste una terra immune alla possibile penetrazione di attività criminali e di sfruttamento. Per questa ragione, oltre alle buone norme come quella sul caporalato, è importante proseguire nella diffusione della cultura della legalità. È compito di tutti segnalare casi di sfruttamento e malaffare che, oltre a infierire su cittadini e lavoratori annientando i diritti umani, danneggiano il grande lavoro di agricoltori, aziende ed etichette che già oggi rappresentano l’eccellenza dell’agroalimentare. In Toscana, nella provincia di Siena, abbiamo aziende che da anni lavorano rispettando la sostenibilità ambientale, raggiungendo vette elevatissime di qualità, rappresentando il Made in Italy nel mondo. È importante che sempre più tali sforzi possano rappresentare e certificare anche la qualità del lavoro, con vere e proprie filiere etiche che possono diventare un vero e proprio antidoto alla penetrazione criminale.