Il congresso Pd, la Toscana, Siena: vietato sbagliare

A cinque mesi dalla sconfitta del 25 settembre sappiamo bene che non è facile risalire quella china ma, con tutte le difficoltà e le discussioni, ci stiamo provando. Una mera operazione di maquillage, però, sarebbe fatale per il Partito Democratico: significherebbe ancora una volta non andare a fondo nelle ragioni delle nostre sconfitte, nella cesura avvenuta con il nostro elettorato. Ecco perché c’è bisogno di un cambiamento profondo, di un linguaggio nuovo, di una nuova visione della politica: abbiamo bisogno della freschezza che io ritrovo in Ellly Schlein.

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Non può essere la solita storia

Quando si perde si deve sempre partire dalla ricerca dei propri errori: non sono i cittadini che non ti hanno capito, ma sei tu che non hai compreso o ascoltato molte cose. Noi non abbiamo ascoltato la frattura con la società che si era aperta in questi anni e non possiamo pensare che tutto si risolva con l’ennesimo congresso e un nuovo segretario. Penso sia arrivato il tempo di un nuovo progetto politico e non lo si costruisce in un mese: serve il tempo necessario e senza prenotazioni. Abbiamo tanto lavoro da fare.

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L’Italia che si fa il 25 settembre. Un voto al PD, per il destino delle nostre vite

Mancano pochi giorni al 25 settembre e questo è un voto che ci riguarda tutti: è il giorno in cui si decide che strada prende l’Italia. Dipende da noi. Facciamo di tutto, fino all’ultimo momento possibile per far vincere il Partito Democratico e la storia non sarà quella urlata dai palchi della destra più pericolosa, becera, ma quella che i giovani sotto i 35 anni stanno provano a rappresentare. “Casa per casa, strada per strada”. Coraggio, cambiamo i sondaggi.

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La seduta è tolta

Ho avuto l’onore ed il privilegio di rappresentare il mio territorio in Parlamento per tre legislature. Oggi, a conclusione di questo ciclo, desidero prima di tutto ringraziare di cuore il mio partito per tutto questo. Ogni anno ho stilato un rendiconto del mio lavoro e oggi provo a mettere assieme i punti principali di questa XVIII Legislatura. Eccolo.

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Vincono le idee: gambe in spalla e camminare

Credo che Enrico Letta ce l’abbia davvero messa tutta per provare a costruire un accordo largo che tenesse assieme forze diverse e diversamente collocate, che avessero comunque in comune degli obiettivi sacrosanti. Non è successo, ma adesso si guarda avanti: l’agenda del PD mette al primo posto due priorità assolute: ambiente e lavoro. Gambe in spalla e camminare.

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