E’ stato un dibattito, molto partecipato e denso di contenuti, quello dedicato al mondo agricolo che si è tenuto, nei giorni scorsi, alla Festa Democratica nazionale, in corso alla Fortezza da Basso di Firenze e al quale ha partecipato, tra gli altri, anche Susanna Cenni, deputata senese del Partito democratico. Sul palco, insieme alla parlamentare erano presenti Alfonso Andria, ministro delle politiche agricole del governo ombra; Sergio Marini, presidente Coldiretti; Giuseppe Politi, presidente di CIA; Federico Vecchioni, presidente di Confagricoltura e Valerio Poi per Fedagri-Confcooperative.
Nel corso del dibattito è emersa con forza la necessità di far tornare l’agricoltura al centro delle scelte politiche nazionali, ridando al settore quell’importanza che merita in quanto sinonimo di identità e qualità del nostro Paese. “Il ministro dell’agricoltura Zaia – afferma Susanna Cenni – , al quale ho riconosciuto il merito per la celerità con la quale ha affrontato la vicenda del Brunello, dovrebbe pensare a delineare una visione d’insieme e di prospettiva sulle politiche agricole nazionali. La richiesta che viene dal mondo agricolo è quella di aiutare a rendere il comparto più moderno e competitivo e non quella di interventi assistenziali o a pioggia che non risolvono i problemi”.
“I tagli voluti dal governo Berlusconi in questi mesi – continua la deputata – hanno più volte dimostrato come per questo esecutivo l’agricoltura sia un settore marginale e completamente dimenticato. Tutto questo avviene in un momento delicato, nel quale il costo dei carburanti ed il quadro internazionale stanno mettendo a dura prova la vita e l’attività degli allevatori e dei pescatori; dove il clima alterna sempre di più fasi assai siccitose ad altre molto piovose, compromettendo le colture, dove la corsa dei prezzi presenta dinamiche nuove e globali. Si avvicina inoltre il momento di prendere decisioni importanti che riguarderanno la nuova OCM vino e quelle sul futuro della PAC e il governo Berlusconi latita”.
“Io credo – ribadisce Cenni – che sia necessario avere le idee molto chiare, sostenendo interventi finalizzati alle minori emissioni in atmosfera e alla vendita diretta; creando piattaforme per la commercializzazione dei prodotti agroalimentari; spingendo di più verso l’agricoltura biologica; proseguendo il lavoro di riordino del sistema dei controlli, investendo sulla ricerca e sul trasferimento dei risultati; difendendo il made in Italy e la sua qualità. Il governo Prodi aveva fatto scelte importanti per l’agricoltura, delineando un modello da sostenere: aziende agricole multifunzionali, che si misurano con una rinnovata diversificazione dell’attività, dall’energia all’agricoltura sociale, che investono sulla tipicità, sulla riduzione dell’impatto ambientale, su una maggiore capacità di stare sul mercato e sulla filiera corta. Oggi dal primo importante atto del governo di centrodestra per l’agricoltura sono arrivati solo tagli e assoluta irrilevanza. Questo è quanto Tremonti e Berlusconi pensano dell’agricoltura del loro Paese”.
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