Cenni e Ceccuzzi: “Serve un intervento immediato del Governo a favore della liquidità dell’Ateneo senese”

Un intervento immediato a favore della liquidità dell’Ateneo per pagare gli stipendi del mese di dicembre ai dipendenti dell’Università degli Studi di Siena. E’ questa la richiesta dei deputati del Pd, Susanna Cenni e Franco Ceccuzzi dopo la risposta del sottosegretario all’istruzione Giovanni Pizza data giovedì 20 novembre, all’interrogazione dei deputati senesi presentata nei giorni scorsi, per far luce sulla difficile situazione finanziaria dell’Università senese, al ministro dell’istruzione Mariastella Gelmini e a quello dell’economia, Giulio Tremonti.

“Siamo del tutto insoddisfatti – hanno dichiarato i deputati senesi – delle risposte date dal Governo alle nostre domande, che erano numerose e precise. Con la nostra interrogazione chiedevamo ogni elemento utile per capire come si fosse formato un deficit preoccupante e consistente come quello che oggi pesa sulle spalle dell’Università senese e quali iniziative l’esecutivo intendesse prendere per portare il suo contributo essenziale ed irrinunciabile al risanamento dell’Ateneo. Il Governo però, nonostante eserciti funzioni di indirizzo e di controllo, attraverso il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e quello dell’Economia e delle Finanze, non ci ha fornito alcuna risposta esauriente né sul passato né sul futuro”.

“I dati forniti dal Governo – proseguono Cenni e Ceccuzzi – sono vecchi, si fermano al 20 ottobre e non tengono conto delle cinque successive riunioni del Consiglio di amministrazione dell’Università degli Studi di Siena, compreso il piano di risanamento, sul quale purtroppo, non è stato espresso alcun giudizio. Manca, inoltre, ogni riferimento agli incontri che il rettore Silvano Focardi ha avuto, prima presso il Ministero e poi con il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta al termine dei quali il Governo aveva annunciato interventi precisi. Da indiscrezioni che abbiamo raccolto, ma senza alcuna conferma, l’ammontare dei trasferimenti ancora non riscossi dall’Università, sarebbe di circa 20 milioni di euro. Questa cifra dovrebbe essere corrisposta nel più breve tempo possibile per porre rimedio alla crisi di liquidità dell’Ateneo, dando continuità all’attività dell’istituzione e tranquillità a tutti i dipendenti”.

“Dalla risposta del Governo – sostengono i deputati senesi – emergono dati significativi tra cui lo scostamento tra i trasferimenti statali del personale pari a 117 milioni di euro a fronte di spese di 140 milioni per 2007 e l’unico parere negativo da parte del Collegio dei revisori, che è stato espresso nel corso del bilancio 2007 Il Ministero dell’Istruzione, infine, ha comunicato al Ministero dell’Economia e delle Finanze – Ispettorato Generale di Finanza che è stato costituito un gruppo di lavoro per un’accurata analisi della situazione finanziaria dell’Università. Nel corso della seduta da parte di un esponente della Lega è stato sferrato un attacco durissimo all’Università e alla città al quale abbiamo replicato ricordando gli oltre settecento anni di storia dell’ateneo e la grande determinazione della città per proiettarla nei prossimi settecento anni e per respingere ogni strumentalizzazione, al fine di tutelare il valore e il futuro dell’ateneo separando una difficoltà pro tempore, per quanto gravissima, con l’integrità di un’istituzione di grande prestigio”.

4 thoughts on “Cenni e Ceccuzzi: “Serve un intervento immediato del Governo a favore della liquidità dell’Ateneo senese”

  1. mi chiedo che fine abbiano fatto tutti questi soldi, anche considerando tutti i soldi che noi “poveri studenti” con tanti sacrifici nostri e delle nostre famiglie (visti i tempi che corrono),resterà un mistero come per tante altre situazioni italiane? !!!!!!!

  2. Il servizio dedicato al notro ateneo dal settimanale Panorama é preciso e dettagliato e merita una risposta punto per punto sia dai responsabili amministrativi dell’ente che dal mondo politico. L’autonomia amministrativa é vera anche quando é contabile, in caso contrario, se si chiedono risorse pubbliche, chi provvede risponde. Oltre ai piani di rientro contabile sarebbe lecito aspettarsi da Siena risposte innovative e di trasparenza sul fronte del reclutamento dei dipendenti e dei ricercatori, indicare una via sul problema fughe di cervelli, dare spazio ai quarantenni. Il precariato non può essere un problema dei giovani, dovrebbe al contrario interessare gli apicali con l’obbligo di “muoversi”, anche in senso intellettuale.

  3. Condivido la necessità di un sostegno da parte del governo per salvare la “nostra ” Università.
    Come senese però sono veramente sconcertato e deluso che il Rettore non abbia rassegnato le proprie dimissioni (o indotto a farlo). E’ veramente immorale!.
    Seppure consapevole che le responsabilità vengano da lontano e non possano essere imputate solo all’ultimo arrivato ( ma non è certo arrivato ieri), mi chiedo, e tutti dovremmo chiederci: ma in questi 3 anni (o quasi) di rettorato, cosa ha fatto?

  4. Ritengo che a fronte del disastro economico e finanaziario dell’università di Siena la prima cosa da fare sia l’azzeramento degli organi di gestione e controllo più ovviamente il rettore. Sarebbe sconcertante se venissero erogate risorse pubbliche a chi ha provocato, o contrinuito a provocare, un disastro che ha dell’incredibile.
    E come PD abbiamo l’obbligo di avviare e sostenere un approccio improntato alla responsabilità prima di tutto individuale evitando strizzate d’occhio, per ragioni di palese opportunità, a modelli di gestione e persone che con la responsabilità individuale agita hanno poco a che spartire.

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