Un’interrogazione a risposta scritta al Ministro dello Sviluppo economico e al Ministro dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare per sapere se intendano prendere iniziative per incentivare la ricerca applicata a livello industriale, che ha già prodotto significativi esiti negli Stati Uniti, al fine di agevolare la produzione e quindi la diffusione dell’uso di munizioni da caccia ecocompatibili. Lo chiedono i parlamentari Ermete Realacci, e Susanna Cenni, nel testo presentato il 18 giugno ai ministri Claudio Scajola e Stefania Prestigiacomo.
“L’accordo al quale l’Italia ha aderito – si legge nell’interrogazione – con la legge 66 del 6 febbraio 2006 (“Adesione della Repubblica Italiana all’Accordo sulla conservazione degli uccelli acquatici migratori dell’Africa – EURASIA, con Allegati e Tabelle, fatto a L’Aja il 15 agosto 1996”), ha stabilito il divieto di utilizzare l’uso dei “pallini” di piombo nelle “zone umide” da parte dei titolari di concessione per l’attività venatoria. Recentemente sono entrati in produzione surrogati del piombo e dell’acciaio nell’ambito della fabbricazione di cartucce ad uso venatorio e sportivo, con caratteristiche non inquinanti, ma ad alto costo e a limitatissima diffusione”.
“Da più parti – spiegano i parlamentari – è auspicata la prevenzione dell’inquinamento da piombo anche al di fuori delle cosiddette “zone umide”. Dato che la nostra industria è considerata all’avanguardia, per innovazione tecnologica e tradizione, nella fabbricazione di prodotti e strumenti ad uso venatorio, oggi occorre sostenere adeguatamente la conversione ecologica anche in tale campo”.