“L’operazione conclusa nei giorni scorsi dalle forze dell’ordine dimostra l’esistenza di un sistema di controlli che funziona e che lavora costantemente per garantire, a livello locale e nazionale, la genuinità dei prodotti che arrivano sulle nostre tavole”. Con queste parole l’onorevole Susanna Cenni, parlamentare senese del Partito democratico, commenta l’operazione della Guardia di Finanza che ha portato alla scoperta di una frode olearia compiuta dall’Azienda Valpesana di Castellina a Scalo. “Questo episodio, però – continua Cenni – ci mette nuovamente di fronte all’urgenza di rendere più efficaci le norme per la tracciabilità di un prodotto, come l’olio extravergine d’oliva, che è uno dei fiori all’occhiello della nostra regione e del Made in Italy, e che fa i conti con una consistente concorrenza sleale che produce danni enormi su prezzi e mercato”.
“Pochi giorni fa – continua la parlamentare toscana – ho depositato un’interrogazione al Ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali anche in seguito ai numerosi casi di contraffazione di olio d’oliva che si sono verificati recentemente anche in Toscana, con la quale ho chiesto al Ministro se intende prevedere alcune modifiche alle normative attualmente in vigore per garantire la tutela del consumatore e del produttore, e di sapere se si intenda promuovere iniziative urgenti e mirate per prevenire e contrastare il fenomeno della contraffazione dell’olio d’oliva. Norme più efficaci sulla tracciabilità dei prodotti, infatti, consentirebbero di garantire di più quegli olivicoltori che con fatica e sostenendo costi di produzione alti, portano sulle nostre tavole un prodotto di grande qualità, presidiando e garantendo un paesaggio straordinario. È evidente che frodi come quelle che sono state perpetrate dall’azienda olearia di Castellina Scalo, che miscelava olii di differente origine e di diverse categorie per ottenere l’assemblaggio di volumi di olio extravergine d’oliva venduto come 100 per cento italiano o greco, danneggiano consumatori, produttori e un territorio di qualità come il nostro, e ogni azione utile per fermare questi fenomeni va attivata”.
“Il problema della contraffazione dei prodotti alimentari – continua Cenni – rappresenta uno degli ostacoli più grandi al nostro Made in Italy agroalimentare e arreca danni alla nostra salute e alla nostra economia. Le norme sulla etichettatura e sulla tracciabilità dovrebbero tutelare il consumatore e riconoscere la qualità delle produzioni. Il ministro dell’agricoltura ha dichiarato, infatti, che la falsificazione alimentare provoca danni che ammontano a 7,9 miliardi di euro l’anno, secondo le associazioni di categoria il costo per l’Italia sarebbe di 164 milioni di euro al giorno. Anche il semplice utilizzo di olive provenienti dall’estero rischia spesso di peggiorare la qualità dell’olio d’oliva prodotto in Italia. Con una seria lotta alla pirateria alimentare, inoltre, si potrebbero creare fino a 300 mila posti di lavoro in più. Per far fronte a questo fenomeno la legislazione italiana ed europea prevede da tempo norme che obbligano a riportare nelle etichette delle confezioni dell’olio d’oliva non solo il Paese in cui è stato imbottigliato, ma anche le nazioni da cui provengono le olive, in modo da consentire sempre la rintracciabilità del prodotto. Ma sappiamo che spesso questo tipo di indicazioni risultano difficilmente visibili per il consumatore, che invece ha diritto di avere tutti gli strumenti per riconoscere il prodotto che acquista e che consuma, con informazioni chiare e precise sulla provenienza delle materie prime e la garanzia di una lavorazione corretta”.