Cenni (PD): “Design, finalmente una prima apertura dal Governo. Ora agire in fretta”

“Sulle modifiche al codice della proprietà industriale, che rischiano di mandare in crisi centinaia di aziende di design e arredamento di interni, il Governo sembra abbandonare le rigidità dei mesi scorsi e prende finalmente atto delle problematiche del settore, con particolare attenzione alle istanze avanzate dall’assessore alle attività produttive della Regione Toscana e dalla nostra interrogazione parlamentare”. Susanna Cenni, deputata Pd, si dichiara parzialmente soddisfatta dopo la risposta del Governo questa mattina a Montecitorio, affidata al sottosegretario allo Sviluppo economico on. Saglia, alla sua interrogazione sulle modifiche al codice della proprietà industriale. L’interrogazione è sottoscritta anche dai deputati Pd Ceccuzzi, Nannicini, Froner e Fluvi.

“Mi aspettavo impegni più concreti da parte del Governo – dice Cenni – ma è certamente apprezzabile l’apertura dell’esecutivo e l’intenzione di approfondire finalmente le conseguenze sulla nostra normativa della sentenza della Corte di giustizia europea, secondo la quale il diritto d’autore di fatto non può essere invocato per le opere di disegno industriale che erano di pubblico dominio prima del 2001. Occorre agire in fretta perché le modifiche alla norma hanno già prodotto effetti negativi su centinaia di aziende, con migliaia di posti di lavoro a rischio non solo in Toscana. Il Partito democratico chiede all’esecutivo di rimediare al pasticcio, commesso nel dicembre 2010 a causa di un emendamento della Lega Nord, e di permettere alle aziende italiane di continuare a produrre quegli oggetti di disegno industriale per arredamento che sono stati considerati di ‘pubblico dominio’ fino a pochi mesi fa”.

“Manca ancora un impegno chiaro ed esplicito del Governo a voler rimediare al caos prodotto – dice ancora la deputata Pd – ma dalla risposta di oggi si coglie uno spiraglio proprio in riferimento alla lettera dell’assessore toscano Gianfranco Simoncini e alla nostra interrogazione. Adesso si tratta di passare ai fatti, rivedendo la norma. Vigileremo quindi sulla coerenza e sulla concreta attuazione degli intenti manifestati dal Governo, che hanno bisogno di tradursi in atti solleciti. La peggior situazione per le imprese è continuare ad operare nell’incertezza e nell’indeterminazione di un quadro legislativo traballante, senza sapere se possono lavorare con serenità o se devono temere ispezioni e sanzioni. Nei mesi scorsi l’entrata in vigore delle nuove disposizioni aveva già avuto come conseguenza l’intervento delle autorità di controllo su alcune imprese, con conseguente blocco della fabbricazione di oggetti di design con le ovvie difficoltà per imprese e dipendenti. La Corte di Giustizia è stata netta, consentendo anche di attivare ricorsi sulla norma nazionale. Adesso la parola spetta al Governo, ma se non si interviene in fretta diventa davvero reale il rischio del ridimensionamento o del fallimento di numerose aziende del settore – conclude Cenni – e conseguentemente la perdita di migliaia di posti di lavoro”.

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