“La decisione della Commissione Sanità del Senato è una mancanza di rispetto che viola la dignità delle donne e la loro libertà di scelta, aumentando il rischio di un arretramento rispetto ai passi avanti fatti dal nostro Paese sul tema della libertà femminile”. E’ quanto afferma la parlamentare del Partito democratico, Susanna Cenni commentando la decisione adottata ieri, giovedì 26 novembre dalla Commissione Sanità del Senato di bloccare la commercializzazione della pillola abortiva RU486, chiedendo un parere tecnico del ministero della Salute sulla compatibilità tra la legge 194 e la RU486 e rinviando ogni decisione al governo.
“La scelta della Commissione in Senato di bloccare la commercializzazione della pillola RU486 – afferma Cenni – riporta l’attenzione, ancora una volta, sui diritti e sulle conquiste delle donne. Questi temi sono stati affrontati anche a Siena e nella sua provincia con numerose iniziative. Lo scorso 7 settembre abbiamo promosso al Santa Maria della Scala un’iniziativa per far sentire la voce delle donne. Oggi, venerdì 27 novembre si chiude a Palazzo Patrizi, con il convegno ‘La memoria è generativa’, la serie di iniziative promosse dall’associazione Archivio Udi di Siena partita lo scorso 13 novembre, che ha proposto anche una mostra dedicata all’archivio dell’associazione e alla storia delle donne senesi dal dopoguerra ad oggi. Si tratta di occasioni importanti per aprire uno spazio di scambio e di riflessione, invitando tutte a reagire e a mobilitarsi contro un modello culturale che sta prevalendo nel Paese e che non ci rappresenta”.
“La scelta della Commissione in Senato – afferma ancora Cenni – si allinea con altre posizioni oscurantiste portate avanti dal governo di centrodestra su questi temi e fa compiere un nuovo passo indietro all’Italia, lasciando le donne, ancora una volta, sole, indifese e senza poter decidere liberamente su una scelta importante come quella di essere madre. Tutto questo – conclude la parlamentare Pd – va anche contro ogni logica istituzionale. L’analisi e la registrazione di un farmaco, infatti, non spettano al Parlamento, che ha una funzione legislativa, ma ad organi tecnici, quali l’Agenzia italiana del farmaco, l’Istituto superiore di sanità o altri soggetti che hanno le competenze e le professionalità necessarie per approfondire la conoscenza della pillola RU486, come richiesto dal documento approvato nella Commissione di Palazzo Madama”.