Cenni, Pd: “Il governo dica cosa sta facendo per regolamentare le coltivazioni Ogm”

“Abbiamo letto in queste settimane molte dichiarazioni in merito, ma concretamente non abbiamo avuto notizia di alcunché di concreto, se non l’approvazione del nostro emendamento al ddl 2260 che chiede l’etichettatura trasparente anche circa la presenza di ogm nella catena alimentare. Quindi chiediamo al ministro per le politiche agricole, Luca Zaia, quali provvedimenti sono stati presi fino ad oggi e quali intenda intraprendere per provvedere a quanto di sua competenza dopo la sentenza del Consiglio di Stato onde evitare che si precipiti nel caos e per tutelare le produzioni biologiche e convenzionali da possibili rischi di contaminazione genetica”. E’ quanto chiede la parlamentare del Partito democratico, Susanna Cenni, nell’interrogazione presentata in Commissione agricoltura oggi, lunedì 22 febbraio, al ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, Luca Zaia firmata anche dai deputati Nazzareno Nicodemo Oliviero; Angelo Zucchi; Alessandro Bratti; Luciano Agostini; Sandro Brandolini; Raffaella Mariani e Carlo Emanuele Trappolino

“La sentenza del Consiglio di Stato dello scorso 19 gennaio – si legge nell’interrogazione – ha accolto la richiesta presentata da un imprenditore agricolo sulla coltivazione di mais Ogm. La stessa sentenza ha chiarito che tale autorizzazione sarebbe di competenza dello Stato, demandando al Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, di rilasciare tale autorizzazione entro 90 giorni. In Italia, dunque, secondo la sentenza si potrebbe iniziare quindi a coltivare il mais tipologia ‘Mon 810’: l’unico mais transgenico autorizzato per la coltivazione in Europa. Tale ipotesi però non contemplerebbe, ad oggi la possibilità di applicare alcuna garanzia sulle possibili contaminazioni per le coltivazioni biologiche e convenzionali. Il decreto legislativo 212 del 24 aprile 2001, preveda che i prodotti sementieri nazionali tradizionali fossero preservati dal contatto con quelli Ogm. In questa direzione la stessa Corte Costituzionale ha ribadito la competenza regionale a disciplinare, con proprie leggi, i piani di coesistenza. Il Governo, inoltre, può attivare, la ‘clausola di salvaguardia’ prevista dalla legislazione Ue, che consente un divieto nazionale temporaneo di coltivazione”.

“E’ evidente che occorre un tavolo immediato tra Stato e Regioni per coprire i vuoti normativi, e vorremmo sapere nel concreto e al di là delle dichiarazioni, cosa si sta facendo. Durante l’ultimo Consiglio Ambiente dell’Ue – si legge ancora nel testo – alcuni paesi hanno chiesto alla Commissione di prevedere una modifica della legislazione comunitaria che lasci agli Stati membri la decisione finale se coltivare o no degli Ogm sul loro territorio, fatta salva la decisione a livello europeo sull’autorizzazione a commercializzare i prodotti transgenici importati. Lo stesso Presidente della Commissione europea Josè Manuel Barroso ha dichiarato che ‘in un settore come quello degli Ogm dovrebbe essere possibile combinare un sistema di autorizzazioni comunitarie a base scientifica con la facoltà per gli Stati membri di decidere liberamente se intendono o meno coltivare specie geneticamente modificate sul loro territorio’; la posizione risulterebbe condivisa pubblicamente anche dal Ministro  Luca Zaia, il quale, negli ultimi giorni ha ribadito in numerose occasioni la sua contrarietà all’utilizzo di colture Ogm in Italia, affermando ‘Finché ci sarò io in Italia – ha ribadito successivamente Luca Zaia – gli Ogm non si coltivano: interverremo con un decreto o con altri strumenti, stiamo valutando. La sentenza non dà il via libera agli Ogm, ma dice che bisogna regolamentare la materia: lo faremo nei modi che decideremo’. Bene, Ministro, ma noi attendiamo atti concreti”.

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