Cenni, Pd: “Installatori impianti da rinnovabili: il nuovo Governo riconosca la professionalità acquisita sul campo”

“Sono alcune migliaia in Toscana tra artigiani e professionisti gli interessati che rischiano uno stop alla loro attività, moltissimi anche i senesi. Per evitare questo rischio e correggere una norma che può produrre effetti pesantissimi, soprattutto in una fase già drammatica, si chiede al Governo di intervenire. Un provvedimento urgente per rinviare l’entrata in vigore dell’articolo 15 del Decreto legislativo n.28 del 2011, che limita l’abilitazione di responsabile tecnico per l’attività di installatore di impianti da fonti rinnovabili a coloro che hanno conseguito una laurea, un diploma di scuola secondaria con inserimento in azienda o un titolo di formazione professionale, senza dare spazio a coloro che hanno maturato negli anni, con lavoro specializzato e continuativo, una comprovata esperienza professionale sul campo”. È questa l’ipotesi avanzata in un’interrogazione a risposta scritta indirizzata al Ministro dello sviluppo economico (a rispondere sarà il prossimo Ministro), di cui è prima firmataria l’onorevole Susanna Cenni, parlamentare toscana del Pd, sottoscritta anche dal collega Luigi Dallai, e firmata dai parlamentari Pd Luigi Bobba, Ermete Realacci e Dario Nardella.

“La green economy – commenta Susanna Cenni – rappresenta un settore strategico per affrontare l’attuale crisi economica e istituzionale. Occorrerebbe incentivare la riconversione energetica, l’efficientamento, e sburocratizzare se vogliamo dare un po’ di respiro alle imprese e ai professionisti che operano in questo settore. L’articolo 15 del Decreto legislativo n.28 del 2011, purtroppo fa altro, predisponendo certo fondamentali criteri per l’accesso alla professione di responsabile tecnico per l’attività di installatore di impianti da fonti rinnovabili, che si basano  sul conseguimento di titoli di studio, ma senza contemplare la possibilità di ottenere tale qualifica con l’esperienza sul campo, adeguatamente certificata, escludendo di fatto tutti coloro che sino ad oggi hanno svolto questo lavoro. Confartigianato e Cna si sono già mosse nei giorni scorsi inviando una lettera all’Autorità garante della concorrenza e del mercato, nella quale hanno sottolineato gli effetti negativi che questa norma potrebbe avere sulle imprese che installano impianti fotovoltaici”.

“L’applicazione della norma – continua Cenni – comporterebbe una riduzione della concorrenza nel mercato determinando il sorgere o il consolidarsi di posizioni dominanti, con effetti molto negativi per le 70 mila imprese del settore attualmente in attività, che andranno incontro a problemi per l’operatività, i fatturati e i livelli occupazionali. Le nuove norme, infatti, imporrebbero ad artigiani e imprese tempi e costi pesantissimi, con il rischio di contribuire, in una fase così delicata, alla possibile cessazione di molte attività, alla perdita di professionalità acquisite e di numerosi posti di lavoro. Per questo abbiamo ritenuto opportuno chiedere al Ministero dello sviluppo economico di valutare attentamente le ricadute del provvedimento, lo abbiamo fatto con il quesito, ma anche con un appuntamento che ci auguriamo di ottenere appena insediato il nuovo Governo, chiedendo anche la possibilità di emanare un provvedimento urgente per rinviare l’entrata in vigore della norma,  evitando l’applicazione di norme a carattere retroattivo che possono ledere il principio della libera concorrenza”.

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