“Dal Governo giungono risposte ancora non sufficientemente chiare sul futuro delle attività proprie dell’ex Ense e permangono molti interrogativi sulle ragioni di una sua collocazione presso l’Ente Risi, ente pubblico che si occupa della tutela del settore risicolo, anziché presso il Cra, Consiglio regionale per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura, come invece avvenuto per il resto dell’Inran”. Così, Susanna Cenni, parlamentare toscana del Partito democratico e membro della Commissione agricoltura alla Camera dei deputati, commenta la risposta di Franco Braga, sottosegretario del Ministero dell’agricoltura, all’interrogazione presentata nei giorni scorsi all’indirizzo del Mipaf, per fare luce sulla riorganizzazione del personale dell’ex Inran, Istituto nazionale di ricerca per gli alimenti e la nutrizione, e sul mancato pagamento degli stipendi ai lavoratori.
“E’ certo apprezzabile – continua Cenni – che il Governo rassicuri circa il mantenimento di competenze e di profili professionali dei ricercatori trasferiti, nonché sul pieno svolgimento di tutte le funzioni. E’ importante che nel frattempo siano stati pagati gli stipendi del mese di agosto e che con il decreto di riparto si faccia fronte a impegni e progetti che altrimenti rischierebbero di naufragare, ma restano molte riserve su una scelta come quella dell’Ente Risi, che dovrà modificare allo scopo regolamenti di organizzazione e funzionamento per poter operare come organismo in cui far confluire un soggetto che operava bene e con un bilancio positivo. Auspico che davvero il Ministero vigili sull’approvazione del bilancio dell’ex Inran e sul pagamento dei prossimi stipendi, ma anche che non escluda un’analisi approfondita dell’operatività conseguente alle scelte compiute con la Spending Review, utile a migliorare la riorganizzazione degli enti vigilati dal Mipaf”.