Cenni (Pd): “Rdb, dalla proprietà un atteggiamento chiuso e poco responsabile”

“Lo scenario che si è prospettato oggi al tavolo di confronto si è rivelato molto preoccupante, con l’assenza della proprietà e con un amministratore delegato indisponibile a dire più di quanto già non si sapesse, che ha solo confermato incertezze e desiderio di fuga. È evidente che di fronte a un’azienda che non è disposta a informare sui suoi progetti reali, difficilmente le istituzioni possono mettere in campo strumenti di aiuto al risanamento”. Con queste parole la deputata toscana Pd, Susanna Cenni, commenta l’incontro di oggi, giovedì 15 settembre, presso il Ministero dello sviluppo economico sullo stato di crisi della Rdb di Montepulciano. All’incontro erano presenti i dirigenti dello stabilimento toscano, l’assessore provinciale Tiziano Scarpelli, i rappresentanti della Fillea-Cgil e Filca-Cisl della provincia di Siena, oltre ai tanti rappresentanti sindacali e deputati delle aree interessate dalle sedi del gruppo societario.

“Da ormai più di un anno – spiega la deputata toscana – il Gruppo Rdb versa in una situazione di forte crisi, legata a vari fattori gestionali. Durante l’incontro dello scorso luglio presso il ministero dello sviluppo economico, è stato aperto un tavolo di confronto permanente sulla situazione industriale e occupazionale della società, la quale, disattendendo quanto convenuto con il precedente incontro, ha indicato nel documento di valutazione del primo semestre 2011 la chiusura quasi certa di 6 stabilimenti su 12. Tra queste è a rischio anche lo stabilimento di Montepulciano, ipotesi a nostro parere da evitare per la capacità produttiva e professionale dimostrata da questo sito, ma anche perché andrebbe ad aggravare il quadro di un territorio già duramente colpito dalla crisi”.

“Attendevamo oggi un’illustrazione del piano industriale, delle ipotesi sui vari siti, come concordato nel tavolo del luglio scorso – racconta Cenni – e invece l’unico messaggio chiaro, che abbiamo percepito tra le righe di un atteggiamento che ha irritato tutti i presenti, compresi i rappresentanti del governo, è che la proprietà abbia ormai già deciso cosa fare e si occupi solo di salvare se stessa, ma non l’attività. L’ipotesi del sito di Montepulciano non è stata minimamente affrontata e la mancanza di informazioni e di volontà di aprire un dialogo con le varie parti ci ha lasciato sbalorditi. Siamo molto preoccupati per un atteggiamento estraneo alle minime regole delle relazioni industriali. Saremo presenti al prossimo tavolo che ci auguriamo raccolga la richiesta avanzata dal sottosegretario Saglia di informare dettagliatamente sullo scenario attuale e sulle ipotesi per il futuro della società. Sicuramente continueremo a seguire la vicenda da vicino e costantemente, cercando di attivare tutti gli strumenti per tutelare il punto produttivo e i lavoratori”.

“Dall’atteggiamento assunto oggi – commenta Tiziano Scarpelli, assessore provinciale alle attività produttive – sembra chiaro che l’azienda non ha in mente un piano industriale, ma ha già pensato alla possibilità di chiudere alcuni stabilimenti, tra i quali forse anche quello di Montepulciano. La Provincia è ovviamente contraria a questa ipotesi e continuerà a monitorare la situazione. Nei prossimi giorni parteciperò al consiglio comunale aperto a Montepulciano, durante il quale condivideremo la questione con il territorio e cercheremo di trovare insieme una strategia”.

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