“Il dibattito sugli OGM che si è riaperto dopo la sentenza dei giorni scorsi rischia di rappresentare la realtà ingiustamente, raccontando una contrapposizione ideologica fra l’incubo dei cibi Frankenstein e il sostegno liberale e liberista incondizionato alle coltivazioni OGM. Non è proprio così: in questi anni sono stati compiuti tanti seri passi avanti a partire dall’approfondito lavoro delle Regioni Italiane ed europee ‘ogm free’, per la costruzione di filiere, per l’etichettatura, per dar vita a garanzie e norme a tutela delle produzioni libere da Ogm”. Con queste parole Susanna Cenni, deputata del Pd e membro della Commissione agricoltura della Camera dei Deputati, interviene dopo che una sentenza del Consiglio di Stato ha dato ragione ad un agricoltore che rivendicava il diritto di seminare con Ogm, aprendo così la possibilità di coltivare queste colture anche nel nostro territorio.
“La sentenza – continua Cenni – si ispira a quanto l’Europa ha stabilito da tempo, ma i vuoti ancora esistenti sono molto. Io credo che si debba urgentemente ripartire dal lavoro delle Regioni Italiane, che il Ministro debba assieme a loro bloccare le conseguenze che la sentenza avrebbe in assenza di norme certe. Se l’agricoltore che ha fatto ricorso provoca un inquinamento genetico su una altra coltura, e su un terreno coltivato da chi invece magari ha scelto l’agricoltura biologica, come viene indennizzato il secondo? Ed ancora: sono i singoli agricoltori che fanno la scelta oppure occorrerà ragionare su aree più ampie? E’ ancora da considerare conservatore ed ideologizzato il Presidente francese Sarkozy che ha scelto il principio di precauzione?”.
“Il tema – prosegue Cenni – è delicato e l’Italia, con responsabilità istituzionale e sulla base delle indicazioni comunitarie, deve intanto fermare gli effetti della sentenza, e poi riattivare il confronto istituzione e con le parti interessate. Seguire il principio di precauzione, pretendere ricerca pubblica, misurarsi con gli orientamenti degli agricoltori e dei consumatori non significa avere posizioni ideologiche preconcette, ma buon senso. Per questo chiedo al Ministro dell’agricoltura, Luca Zaia, di convocare al più presto le Regioni per un confronto approfondito sul tema, alla luce delle novità emerse in questi giorni, e di procedere in virtù del buonsenso e del principio di precauzione”.