Cenni (Pd): “Simest: il Governo sostiene attività di concorrenza contro le nostre produzioni agricole?”

“Da un lato in questo Paese si varano importanti provvedimenti a tutela della tracciabilità e del Made in Italy, rigorosamente senza risorse, dall’altro, in una fase così difficile per la nostra economia si destinano risorse pubbliche al sostegno di imprese di trasformazione e a iniziative che evocano ‘l’italian sounding’, ma che utilizzano materia prima non italiana”. A dirlo è Susanna Cenni, parlamentare toscana del Partito democratico e membro della Commissione agricoltura, in merito all’operato della Simest, società italiana per le imprese all’estero partecipata per il 76% dal Governo. Una partecipazione su cui la parlamentare chiede chiarimenti in un’interrogazione depositata in questi giorni all’indirizzo del Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, Saverio Romano. L’interrogazione è stata firmata anche dai parlamentari Nicodemo Nazareno Oliverio, Sandro Brandolini, Angelo Zucchi, Carlo Emanuele Trappolino, Luca Sani e Massimo Fiorio.

Nell’interrogazione la parlamentare Pd chiede al Governo i motivi per cui vengono finanziate con risorse pubbliche, imprese e attività che rischiano di danneggiare il patrimonio agroalimentare italiano, favorendo la creazione di una concorrenza discutibile nei confronti dei prodotti interamente italiani. La deputata chiede inoltre al Ministro e al Governo di intervenire con strumenti concreti a sostegno dell’esportazione dei prodotti italiani all’estero, rafforzando le imprese agricole e agroalimentari che intendono accrescere la propria presenza sui mercati europei ed extraeuropei.

“Il nostro Parlamento – continua Cenni – sembra aver riconosciuto l’importanza della trasparenza sull’etichettatura e la qualità dei prodotti alimentari, approvando all’unanimità il varo di una norma di cui mancano, però, ancora i decreti attuativi. Anche il Governo e lo stesso Ministro dell’agricoltura si sono espressi in più occasioni a favore della tutela della trasparenza e della certezza delle informazioni relative ai prodotti agricoli e alimentari di provenienza italiana. Non comprendiamo, quindi, il sostegno a una società come la Simest, che continua a partecipare in aziende che producono falsi prodotti di Made in Italy, rischiando di danneggiare l’immagine della nostra produzione agroalimentare all’estero e privando i consumatori della trasparenza informativa. La partecipazione del Governo nella Simest entra infatti in conflitto con le scelte e le dichiarazioni portate avanti finora per la tutela della trasparenza delle etichette Made in Italy”.

“Oggi più che mai – conclude la deputata toscana – gli interventi per la promozione e la internazionalizzazione delle nostre produzioni devono essere ponderati ed efficaci, ma è inaccettabile che si sostengano iniziative che nuociono ai nostri produttori. Un governo che cambia tre ministri in tre anni certo non crede nell’agroalimentare, ma ci spieghi se ha qualche idea e qual è, perché noi non riusciamo a vederla davvero”.

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