“Accanto agli appelli, alla mobilitazione delle donne e alle tante iniziative in campo, dalla Regione Toscana ancora una volta arriva una risposta concreta e la dimostrazione che quando le istituzioni si muovono le donne non sono sole. Desidero rimarcare di nuovo che il ‘femminicidio’ nel nostro Paese non si ferma e nei primi mesi del 2012 ha già registrato 59 vittime”. Con queste parole l’onorevole Susanna Cenni, parlamentare toscana del Partito democratico, commenta il progetto del Codice rosa per le vittime di violenza, promosso dalla Regione Toscana, che sarà presentato domani, giovedì 17 maggio, al Forum della Pubblica Amministrazione di Roma. Un’esperienza che è stata avviata nel 2010 dalla Asl di Grosseto, e sperimentata da alcuni mesi anche ad Arezzo, Prato, Lucca e Viareggio, con l’obiettivo di estendere la sperimentazione a tutta la regione entro la fine del 2012. Si tratta di un codice che si aggiunge agli altri già presenti in pronto soccorso per riconoscere la gravità del paziente, e che sarà assegnato a coloro che, anche se non denunciano il fatto, potrebbero essere state vittime di violenza. I pazienti che arrivano al pronto soccorso con lesioni sospette, non solo donne ma anche bambini, anziani, extracomunitari, omosessuali e soggetti deboli in genere, saranno valutati da personale competente e, una volta assegnato il codice rosa, sarà messa a loro disposizione una stanza apposita dove saranno visitati da personale sanitario specializzato, con la presenza di medici, infermieri e psicologi.
“Da anni – continua Cenni – le strutture sanitarie e sociali della Toscana si muovono formando personale ed équipe, sperimentando forme innovative e adeguate di accoglienza e di presa in carico di lavoro coordinato con altri soggetti istituzionali, con le forze di polizia e con le donne dei centri antiviolenza. È importante constatare che questo lavoro non si è mai fermato e l’auspicio è che questa buona pratica possa essere mutuata anche da altre realtà Italiane. Sappiamo che la capacità di accogliere nel modo giusto è il primo passo per far uscire dal silenzio le donne e tutti coloro che hanno subito una violenza. Accoglierle, assicurare loro un ambiente discreto e rispettoso, accompagnarle nel doloroso percorso di ricostruzione dei fatti e di denuncia è un punto di partenza fondamentale”.
“Nelle prossime settimane – aggiunge la deputata toscana – andrà in discussione alla Camera la mozione che il Partito democratico ha depositato due mesi fa. La mozione di cui sono prima firmataria, sottoscritta da molte e molti altri parlamentari richiede al Governo l’adozione di alcuni strumenti per prevenire e combattere il fenomeno della violenza sulle donne, tra cui la ratifica della ‘Convenzione Europea per la prevenzione e la lotta alla violenza di genere’; la promozione di alcune misure per potenziare, finanziare e inquadrare giuridicamente i centri antiviolenza presenti su tutto il territorio nazionale; la fissazione di alcune linee guida per il Piano nazionale contro la violenza sulle donne e l’istituzione di un Osservatorio nazionale sulla violenza di genere che consenta di raccogliere e aggiornare periodicamente i dati relativi al fenomeno a livello nazionale. Esperienze come quelle che l’assessore Daniela Scaramuccia e la Regione Toscana presentano in questi giorni, possono rappresentare una buona pratica da diffondere e non mancheremo, a questo punto, di citarla nella nostra mozione. Un’esperienza che ancora una volta vede una Toscana schierata contro la violenza e vicina alle donne”.