Cenni (Pd): “Banca della Terra: dal Ministero per i giovani agricoltori continuano a mancare strumenti di aiuto concreti”

La deputata toscana in Commissione Agricoltura commenta la risposta alla sua interrogazione sui giovani in  agricoltura

“Sono del tutto insoddisfatta, e anche un po’ imbarazzata per la risposta ricevuta in Commissione sul tema della Banca della Terra, nuova ed interessante iniziativa promossa in Toscana  per le nuove generazioni, che necessiterebbe di un supporto per gli aspetti di competenza nazionale. Mentre in Toscana si tentano strade nuove con il concorso di Cooperazione e Regione, nessun impegno e nessun approfondimento è all’orizzonte al Mipaaf, ed in materia di giovani in agricoltura si continua infatti a limitarsi ad annunci generici e a richiamarsi a strumenti noti e purtroppo non sufficienti”. Con queste parole Susanna Cenni, deputata toscana del Pd in Commissione Agricoltura, commenta la risposta alla sua interrogazione sulle difficoltà per i giovani di entrare nell’imprenditoria agricola, presentata in seguito ai dati emersi dal recente rapporto elaborato da Inea sul tema. “chissà, forse qualche volta al Ministero sarebbe utile almeno leggere interamente le interrogazioni e non limitarsi ai titoli di testa”.
“Nel contesto comunitario – continua Cenni – l’Italia conta una delle più basse presenze di giovani nel settore: gli imprenditori agricoli sotto i 40 anni sono appena il 7 per cento, mentre la presenza degli ultrasesantacinquenni attivi nel settore primario sono tra i più alti a livello europeo. In pratica nel nostro paese c’è un imprenditore agricolo giovane ogni sei ‘over65’. Il progetto annunciato nel 2009 dal precedente ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, Luca Zaia, il cosiddetto ‘Rinascimento verde’, non ha dato finora alcun risultato. Servono delle iniziative concrete, progetti chiari e definiti, che favoriscano il ricambio generazionale e l’ingresso di giovani e donne nella conduzione di aziende agricole, per poter modernizzare e rendere competitivo il settore. Invece, ancora una volta, si annunciano aiuti e strumenti generici, che non risultano essere sufficienti per risolvere la questione”.
“Considero molto interessante l’iniziativa promossa da Legacoop Agroalimentare Toscana – dice la deputata toscana – per la creazione di una ‘Banca della Terra’ nella regione, nata dalla presa di coscienza di alcuni rischi del comparto agricolo emersi da un’indagine condotta lo scorso anno sulla situazione attuale della cooperazione agricola in Toscana e sui suoi scenari futuri. Da questa indagine era infatti emerso il rischio di abbandono di ¼ della superficie agricola cooperativa, la compromissione del corretto funzionamento di importanti filiere agricole, la difficoltà per i giovani agricoltori di accedere alla terra coltivata a causa degli elevati prezzi e le difficoltà di accedere al credito. Il progetto ideato da Legacoop mira a promuovere l’imprenditorialità giovanile in agricoltura, attraverso la creazione di cooperazioni tra professionisti del settore, con l’obiettivo di recuperare in dieci anni 10 mila ettari di terreno agricolo. L’iniziativa che ho presentato nella mia interrogazione, e che ha già ricevuto il supporto della Regione Toscana, non è stata però considerata tra gli strumenti da adottare per incentivare l’imprenditoria giovanile nel settore agricolo”.
“Tutti siamo ben consapevoli della grave crisi che il nostro Paese sta vivendo, e nessuno si attende aiuti a pioggia ecc. Ma proprio per questa ragione lo sforzo per innovare strumenti e strade di aiuto e supporto ai giovani che vogliono fare impresa agricola andrebbero indagati ed approfonditi, soprattutto quando non si chiedono risorse e contributi”: 
“Nessuna risposta quindi – continua la deputata toscana – alla mia richiesta al Ministro di supportare l’iniziativa della ‘Banca della Terra’ in Toscana, una regione che ha problematiche nel settore agricolo che sono riscontrabili anche a livello nazionale. Eppure nel quesito era ben esplicitata la richiesta di approfondire la possibilità di intervenire sulle competenze nazionali su alcuni oneri accessori relativi ai contratti d’affitto, usufrutto e compravendita della terra, e che avrebbero potuto supportare questa nuova iniziativa.
Niente da fare, il sottosegretario Rosso ha semplicemente letto la solita lista di strumenti che ben conosciamo, dal premio di primo insediamento all’osservatorio sui giovani in agricoltura. Forse a via XX Settembre prevalgono in questo momento altre priorità, ma non sono quelle che interessano il mondo agricolo in sofferenza. Io penso che dopo tre ministri in tre anni che si sono caratterizzati per il disinteresse per il comparto l’agricoltura sia giunto il momento di pretendere qualcosa di serio”.

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