“Sostenibilità ambientale, sociale ed economica sono le chiavi necessarie per avviare bene il processo di riforma della politica agricola comune. Una sfida che insieme alle associazioni che sostengono la campagna #CambiamoAgricoltura è possibile tentare per mettere in campo strategie di sviluppo comuni, su scala nazionale ed europea, che possano portare alla nascita di un modello agricolo amico dell’ambiente fondato su principi e valori come il cibo sano, la tutela dell’ambiente e della biodiversità, la manutenzione del territorio, la salvaguardia del paesaggio, il mantenimento della fertilità del suolo e la mitigazione dei cambiamenti climatici”. Con queste parole Susanna Cenni, vice presidente dellaCommissione Agricoltura della Camera, è intervenuta oggi al convegno “Verso la Pac post 2020. La riforma della politica agricola europea per un contributo agli obiettivi 2030 per uno sviluppo sostenibile per l’ambiente, la società e le imprese” promosso a #CambiamoAgricoltura, campagna nata per la riforma della Politica agricola comune sostenuta da una coalizione di Associazioni ambientaliste e dell’Agricoltura biologica e biodinamica come Associazione Medici per l’ambiente, Aiab, Associazione agricoltura biodinamica, Fai, Federbio, Legambiente, Lipu, Pronatura e Wwf. Associazioni che Susanna Cenni ha chiesto di inserire tra le prossime audizioni della Commissione agricoltura della camera.
“La discussione sulla nuova Pac sarà lunga e complessa – ha ricordato Cenni – A oggi gli Stati membri sembrano tutti contrari al nuovo regolamento e tante sono anche le preoccupazioni per i tagli alle risorse agricole legate alla Brexit. È vero anche, però, che negli intenti ci sono importanti novità in materia di sostenibilità e semplificazione e stavolta dovremo in ogni modo concretizzare. gli intenti spesso sono rimasti tali. La stessa Corte dei Conti europea nella relazione speciale ha sottolineato che il greening della Pac non ha dato benefici veri per ambiente e clima e gli obiettivi sul clima stavolta non possono andare delusi”.
“La vera prospettiva possibile per l’agricoltura – ha detto ancora Cenni – è legata allo sviluppo di pratiche agricole sostenibili e al sostegno a quegli agricoltori che si impegnano, ogni giorno, per tutelare la biodiversità, mantenere le risorse naturali, produrre buon cibo e salvaguardare il paesaggio. Il piano strategico nazionale può essere un’occasione importante, soprattutto se saremo in grado di lavorare in modo integrato con le Regioni, valutando la modulazione più utile tra I e II pilastro, premiando comportamenti virtuosi e penalizzando chi continua a investire sulla chimica, così come dovremo essere capaci di costruire processi partecipati dal basso che coinvolgano filiere e cittadini. Tutto questo è possibile e i biodistretti che stanno nascendo ce lo stanno dimostrando. Il piano strategico nazionale può essere un ulteriore occasione per rafforzare tutte quelle scelte su cui in questi anni di governo abbiamo lavorato, a partire da leggi come quella sulla biodiversità, sul biologico che va ripresentata, sullo spreco alimentare e sul caporalato. Testi su cui anche dall’apposizione continueremo a vigilare per difendere la buona agricoltura e le nostre eccellenze affinché dietro a ogni produzione ci sia il rispetto dei diritti e della qualità del lavoro in agricoltura”.