“Quanto emerge dalla video-inchiesta del Corriere della Sera di oggi è purtroppo un tema denunciato da tempo anche dall’ultimo rapporto sul caporalato dell’Osservatorio Placido Rizzotto. Nemmeno la Toscana è immune dal fenomeno dello sfruttamento del lavoro in agricoltura. Non solo caporalato, ma grave sfruttamento, false dichiarazioni, condizioni di lavoro illegali. La stessa indagine conoscitiva sullo stato di attuazione della legge sul caporalato, in corso a Montecitorio nelle Commissioni agricoltura e lavoro, ha fatto emergere i buoni risultati della legge, così come i limiti rappresentati dalla lentezza nell’insediamento della rete del lavoro agricolo di qualità e da un numero non sufficiente degli ispettori. Caporalato e sfruttamento, ricatti, forme di sottomissione e violenza sono un fenomeno presente non solo nel sud e nei campi di pomodori. Forme di illegalità e sfruttamento che abbiamo il compito di cancellare dall’intera realtà agricola del nostro Paese. Possiamo farlo applicando le norme esistenti, come la legge sul caporalato, ma anche migliorandole, come abbiamo cercato di fare con la proposta di legge, approvata a larga maggioranza alla Camera e oggi all’esame del Senato, che vieta le aste al doppio ribasso, l’abuso del sottocosto che prevede il sostegno alle filiere etiche e trasparenti. Proprio sul tema delle filiere trasparenti e di qualità, la Toscana può fare un ulteriore passo in avanti, investendo su quella qualità e dignità del lavoro e trasformando questo criterio in un ulteriore valore aggiunto. Lo si può fare condizionando aiuti e finanziamenti a questa trasparenza, investendo su condizioni e retribuzioni, su servizi ai lavoratori e alle lavoratrici, e spazzando via ogni possibile dubbio sulla filiera che sostiene le nostre tante produzioni di qualità. Ci sono imprese che hanno fatto delle filiere trasparenti un elemento di valore aggiunto sul mercato. Anche su questo possiamo lavorare. Lo sfruttamento nei campi si sconfigge intervenendo con norme, controlli, prezzi adeguati e retribuzioni trasparenti, dignitose e con la costruzione di una cultura del consumo attenta alla qualità e alle filiere di provenienza”. Così Susanna Cenni, vicepresidente della commissione agricoltura della Camera, interviene dopo la pubblicazione della video-inchiesta di oggi sul Corriere della Sera, in cui si denuncia il sistema di sfruttamento operato nelle campagne maremmane.