Cenni (Pd): “Le etichette green grande valore competitivo, ma necessari maggiori controlli contro falsificazioni”

 

Nasce la nuova etichetta “Made Green Italy”, una dichiarazione che conterrà la quantificazione degli impatti ambientali associati al ciclo di vita del prodotto.
Ne parla Susanna Cenni, parlamentare del Pd alla Camera, che oggi ha ricevuto la notizia dalla viceministro Teresa Bellanova che ha risposto a una sua interrogazione sul fenomeno del Greenwashing: pratica ingannevole adottata da alcune aziende che, per migliorare la loro reputazione adottano una strategia di comunicazione il cui obiettivo è la costruzione di un’immagine positiva dal punto di vista del rispetto dell’ambiente, senza però di fatto applicare delle regole vere di sostenibilità dei processi produttivi. Un fenomeno che, in alcuni casi, determina vere e proprie falsificazioni delle certificazioni ambientali da parte delle aziende.

I numeri : l’impatto economico e occupazionale delle certificazioni green. “Il nostro Paese – precisa Cenni – con oltre 24 mila certificazioni è il secondo al mondo per numero di certificati ISO 14001; la prima nazione per numero di certificazioni di prodotto Epd e il terzo per Ecolabel ed Emas. Il tema è serio e con importanti implicazioni economiche, visto che le certificazioni ambientali oggi rappresentano un valore competitivo per i prodotti e per i consumatori, perché aiutano la qualità e l’innovazione delle imprese, aumentano le esportazioni, il fatturato e l’occupazione delle imprese. Come dimostra l’ultimo rapporto «Certificare per competere» di Fondazione Symbola e Cloros, tra il 2009 e il 2013, le imprese «amiche dell’ambiente» hanno visto i loro fatturati aumentare mediamente del 3,5%, rispetto al 2% di quelle non certificate. Ancora meglio nell’occupazione, dove le aziende certificate hanno visto crescere gli addetti del 4%, le altre dello 0,2%. Sul fronte export, poi, le imprese con certificazione ambientale esportano nell’86% dei casi, mentre le non certificate nel 57%”.

Semplificare e coordinare il mondo delle certificazioni per ridurre gli spazi della falsificazione. “Importante – conclude Cenni – è proseguire nell’attività di contrasto a forme di contraffazione che colpiscono sia i consumatori più attenti che le imprese che sono invece impegnate a certificare le loro filiere di qualità. Nella sua risposta la viceministro ha precisato che le competenze in materia di controllo sono nelle mani degli enti di certificazione e dell’autorità garante della concorrenza e del mercato, che sono quindi chiamate a vigilare e intervenire. Ovviamente le risposte sono state adeguate e precise, anche se resta il fatto, e su questo mi sono permessa di sollecitare nuovamente il Governo, che una utile attività di semplificazione e coordinamento anche sul numero di certificazione può rendere più riconoscibili e controllabili i prodotti e aiutare così il consumatore a restringere gli spazi della possibile falsificazioni. Sono convinta che avere in tempi brevi una regia unica in materia di contrasto alla contraffazione aiuterebbe a raggiungere obiettivi di tracciabilità e informazioni sicure, ma su questo, come noto, c’è una proposta di legge depositata, che spero possa essere calendarizzata quanto prima”.

Qui il testo dell’interrogazione e qui il testo della risposta del viceministro Bellanova.

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