Cenni (Pd): “Mutilazioni genitali, non lasciamo sole quelle bambine”

La Deputata: “Fondamentale il ruolo della scuola, della cultura e della rete dei servizi, oggi massacrati dai tagli”

“Quanto avvenuto nei giorni scorsi in Toscana e riportato dai media ci ricorda come, sulla pratica delle mutilazioni genitali femminili, non dobbiamo mai abbassare la guardia. Per fortuna la guardia non l’hanno abbassata le maestre, che hanno immediatamente compreso e prontamente denunciato la vicenda, né le istituzioni locali, la procura, l’informazione, né tantomeno le donne impegnate in associazioni come ‘Nosotras’, che per prima ha sollevato il tema della pratica dell’infibulazione anche nel nostro territorio”. Sono le parole di Susanna Cenni, deputata Pd, dopo il presunto caso denunciato ai danni di una bimba musulmana, a Sant’Angelo a Lecore nel comune di Campi Bisenzio (provincia di Firenze), fermato grazie all’intervento delle maestre messe in allarme da un tema scritto dalla stessa bambina. “Anche se da alcuni anni in Toscana non si sentiva parlare di infibulazione – continua Cenni – i dati nazionali e internazionali sono spaventosi. Si calcola che nel mondo 130 milioni di donne siano state sottoposte a mutilazioni genitali, con 3 milioni di bambine a rischio ogni anno. Le vittime in Europa sarebbero 500mila. In Italia si contano oltre 40mila donne vittime di infibulazione, tra cui 400 bambine e 3.500 ragazze tra i 14 e i 18 anni. Si combatte questa barbarie con la prevenzione, l’educazione e l’integrazione e con comunità che non girano la testa altrove”.

“Come abbiamo visto in questo caso – continua Cenni – è fondamentale il ruolo della scuola, una scuola purtroppo massacrata dalle politiche del governo e dai tagli della cosiddetta ‘riforma Gelmini’. Nella scuola, integrazione significa accogliere i bambini e le bambine con le loro culture e religioni ma anche trasmettere loro, soprattutto alle bambine, con coraggio e determinazione, valori universali legati alla inviolabilità del loro corpo, al rispetto dei loro diritti di persona, alla loro soggettività. Questa è la scuola pubblica che noi vogliamo – conclude la deputata Pd – ben diversa da quella che prevede un tetto del 30 percento di alunni stranieri nelle classi, che piace invece alla Lega Nord. Così come vogliamo comunità solidali, aperte, che non girano la testa altrove di fronte a temi così grandi e così complessi”.

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