“Trovo opinabile la scelta del nuovo direttore generale del personale del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, Riccardo Turrini Vita, di non ricevere e ascoltare i parlamentari della Repubblica che provano a svolgere il loro compito di rappresentanza di un territorio e delle sue criticità, ed esprimo nuovamente tutta la mia profonda preoccupazione circa la grave situazione che riguarda il carcere di Ranza”. Con queste parole Susanna Cenni, deputata Pd, commenta il mancato incontro con il Dr Turrini Vita per parlare dello stato e delle problematiche delle carceri, in particolare quello di Ranza a San Gimignano. “Le ragioni di queste difficoltà sono molteplici – continua Cenni in una lettera inviata ,dopo il diniego all’incontro, al dirigente del DAP (lettera alla quale solo in data di oggi è giunta una risposta, garbata e forbita nei linguaggi, ma assolutamente priva di qualsiasi risposta e contenuto di merito) – ma in particolare segnalo la drammatica carenza di personale, stimata oggi intorno al 40% di quello previsto, il sovraffollamento dei detenuti, che sono circa il doppio del livello tollerabile, e le problematiche ancora irrisolte di carattere ambientale ed igienico sanitarie, presenti da alcuni anni nella struttura. Negli ultimi anni, inoltre, si sono registrati gravi e ripetuti episodi di autolesionismo, tentativi di suicidio e di evasione che non si sono trasformati in tragedie solo grazie all’alto senso di responsabilità del personale, che svolge turni ben superiori al normale orario”.
La mozione in Aula. È stata avviata la discussione in aula sulla mozione carceri proposta dal Partito democratico – la votazione avverrà in altra seduta – nella quale si chiede al Governo un impegno concreto nel ripensare il modello unico di istituto penitenziario attuale; reperire le risorse finanziarie necessarie all’adeguamento dell’organico di polizia penitenziaria, in modo da gestire le misure alternative alla detenzione; riordinare la medicina penitenziaria, a tutelare il diritto alla salute per i carcerati e per le persone in attesa di giudizio. “In questo nuovo indirizzo della politica carceraria – prosegue Cenni – il Governo dovrebbe affrontare con la massima urgenza il problema dei detenuti tossicodipendenti, procedere alla modifica della legge cosiddetta ex Cirelli, con la quale si preclude ai condannati recidivi reiterati l’accesso agli arresti domiciliari. Dovrebbe invece provvedere all’utilizzo dei 397 posti di educatore penitenziario e ad informare il Parlamento sullo stato di attuazione del piano carceri, relativamente agli interventi di edilizia penitenziaria ipotizzati dallo stato d’emergenza, nonchè che fine abbia fatto l’impegno all’assunzione di 2000 nuovi agenti, tra i quali quelli destinati a Ranza, tutti impegni dichiarati dal Consiglio dei Ministri già nel 2010. Chiediamo infine al Governo di affrontare con urgenza e decisione le cause dell’elevato numero di morti e di suicidi in carcere nonché dei fenomeni di autolesionismo e di violenza in genere”.
La situazione a Ranza (San Gimignano). “La situazione del carcere di Ranza – denuncia Cenni – è come noto insostenibile ed è stata più volte denunciata dalle istituzioni locali, dalle organizzazioni sindacali e dal DAP della Toscana. Le iniziative parlamentari in materia sono state numerose ma ad oggi non hanno ottenuto azioni risolutive da parte del governo e dei ministeri competenti. Da quattro anni, inoltre, la casa di reclusione non ha un direttore stabile, elemento che non aiuta a fronteggiare la situazione di emergenza nella quale si trova. Nonostante l’impegno da parte delle istituzioni locali per risolvere la questione, è indispensabile che il Ministero della Giustizia e il DAP diano alcune risposte risolutive in merito alla situazione di carenza del personale, all’assegnazione di una direzione stabile per l’istituto e all’intervento sulla situazione della rete idrica del carcere. Francamente l’assoluta mancanza di impegno ad approfondire e a cercare le soluzioni da parte del ministro, ma anche dei vertici del DAP, come si legge dalla risposta, sono inaccettabili. Sia a livello locale che a livello nazionale la questione delle carceri è delicata e richiede impegno e dialogo tra le varie istituzioni, al fine di trovare la soluzione migliore per le problematiche riscontrate, ma davanti a noi troviamo solo chiusura e disimpegno”.