Cenni (Pd): “Ogm, bene l’intento di evitare colture nel Paese, ma attendiamo atti concreti che vadano oltre le parole”

“È un segnale positivo quello che arriva oggi sugli Ogm. Dopo tante richieste di chiarimento all’indirizzo del Ministro dell’agricoltura senza risposta, oggi apprendiamo tramite il Sottosegretario Rosso, che il Governo ha fatto ricorso alla sentenza del Tar Lazio e che avrebbe intenzione di attivarsi a tutela degli agricoltori biologici e convenzionali non escludendo l’ipotesi della clausola di salvaguardia. Ma non è chiaro dalla risposta alla mia interrogazione di oggi in commissione agricoltura, quali atti concreti intende assumersi a tale scopo, poiché si fa riferimento alla mancanza di dati oggettivi per potersi attivare. La risposta del dicastero delle politiche agricole alimentari e forestali di oggi mi soddisfa, quindi, parzialmente, perché se da una parte condivido gli intenti di salvaguardia e valorizzazione della qualità del nostro sistema agroalimentare e dall’altra, vista anche la chiara posizione assunta dalle Regioni, rimango in attesa di atti concreti”. 

Con queste parole Susanna Cenni, deputata democratica in commissione agricoltura, commenta la risposta del Ministero dell’agricoltura all’interrogazione presentata dalla parlamentare democratica e co-firmata dai colleghi Nazzareno Oliverio Nicodemo, Sandro Brandolini, Giuseppina Servodio e Luca Sani, per chiedere al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali quali azioni intende prendere alla luce della palese e manifesta volontà della Conferenza Stato-Regioni di optare per la clausola di salvaguardia e quali provvedimenti urgenti la maggioranza ha in programma per tutelare, sul territorio nazionale, le coltivazioni libere da ogm, anche a seguito delle recenti minacce di semina selvaggia di colture geneticamente modificate e della sentenza del Tar del Lazio che annulla il divieto di messa in coltura di varietà di mais transgenico, previsto dal decreto dell’ex ministro Zaia.

“L’ultimo decreto in materia di Ogm – ricorda Cenni – risale al 2010 e porta la firma dell’allora ministro delle politiche agricole, Luca Zaia, con il quale era imposto il divieto di coltivare varietà di mais transgenico. Dopo i fatti del Friuli Venezia Giulia dell’anno scorso e dopo numerosi ricorsi e denunce, il Tar del Lazio ha emesso una sentenza che di fatto, annullerebbe il divieto imposto dal decreto. Tale sentenza afferma che la coltivazione di varietà Ogm non può essere vietata in assenza di piani di coesistenza regionali tra colture transgeniche, convenzionali e biologiche, considerando tale divieto illegittimo. Si è riaperto quindi il fronte degli organismi geneticamente modificati, in particolar modo sulla questione di chi debba decidere la loro ammissibilità nel nostro paese. L’attuale ministro delle politiche agricole, Saverio Romano, ha ribadito pubblicamente in più occasioni, la sua contrarietà alla introduzione di colture ogm sul territorio nazionale, a tutela delle produzioni agricole presenti in Italia, ma non ha ancora specificato quale piano di intervento attuare”.

“Da un punto di vista normativo, inoltre – continua Cenni – la Corte Costituzionale ha assegnato chiaramente, a partire dal 2006, alle Regioni la competenza sulla definizione delle linee guida sulla coesistenza dei due tipi di colture.  E le Regioni stesse hanno espresso, in numerose occasioni la loro contrarietà a legiferare sulle linee guida di coesistenza tra colture convenzionali, biologiche e geneticamente modificate, formalizzando in sede di Conferenza Stato-Regioni l’unanime intenzione di chiedere al governo l’adozione di misure di salvaguardia, oltre a predisporre atti e normative tese a dichiarare i loro territori liberi da ogm. Orientamento tra l’altro condiviso anche dalla maggior parte del mondo agricolo e dai consumatori, che da anni si manifestano contrari ai prodotti geneticamente modificati. Le azioni di salvaguardia però ancora oggi non sono state definite a danno di un quadro normativo carente dove si attende ancora, anche dopo la richiesta delle Regioni, che venga fornita adeguata e trasparente risposta, anche per evitare che atti estremi, provocatori ed illegittimi, come la semina clandestina di Ogm si possano ripetere. “In gioco – conclude Cenni – voglio ricordare c’è il nostro patrimonio agroalimentare che per ricchezza, tipicità, pregio e varietà, rappresenta uno straordinario volano economico ed occupazionale del nostro paese, oltre che uno dei comparti di maggiore rilevanza del “made in Italy”.

One thought on “Cenni (Pd): “Ogm, bene l’intento di evitare colture nel Paese, ma attendiamo atti concreti che vadano oltre le parole”

  1. Gentile On.le Susanna Cenni,
    faccio parte della Task Force per un’Italia Libera da OGM. Ho letto la Sua ultima Interrogazione a risposta immediata n. 5.05014 et.al. In materia di coesostenza Lei ha scritto che l’Italia non possiede dati scientifici soldi “anche per mancanza di attività di sperimentazione in grado di dimostrare, in maniera inequivocabile, la possibile esistenza di un danno sulla salute o sull’ambiente.” Mi permetto di far notare che questa frase è diventata ormai una frase ricorrente e è posta sempre dalle associazioni di categoria che hanno l’orecchio duro o di quelli che non vogliono sentire. In tutte le conferenze nelle quali ho ascoltato la suddetta frase sono intervenuto affermando che i dati scientifici solidi esistono per chi li vuole conoscere. Per farla breve, sarebbe sufficiente leggere gli atti o gli interventi del convegno svoltosi il 20 luglio del 2010 a Roma, presso Ara Pacis, e organizzato dalla Coldiretti, Comune di Roma e Task Force.
    Cordiali saluti, Pietro Perrino

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