“Il ritardo del nostro Paese nella presa di una chiara posizione sugli Ogm può costituire un rischio per la qualità e la sicurezza della produzione agricola italiana”. Con queste parole Susanna Cenni, parlamentare toscana del Partito democratico e membro della Commissione agricoltura, commenta la situazione italiana in materia di Ogm, dopo aver depositato un’interrogazione indirizzata al Ministro della salute e al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, in cui si chiede quali siano le ragioni che ostacolano l’impegno a provvedere al divieto temporaneo e urgente per la coltivazione di varietà geneticamente modificate come già avvenuto in altri Stati membri. L’interrogazione è stata firmata anche da altri parlamentari Pd.
“Alcuni Stati membri come la Francia – continua Cenni – hanno già introdotto il divieto di messa a coltura in tutto il territorio di mais Mon810 senza che il provvedimento sia stato ancora impugnato dalla Commissione di giustizia dell’Unione europea. Una mossa che chiedono a gran voce molte rappresentanze politiche del nostro Paese, insieme alla maggior parte dei cittadini, consumatori e agricoltori, e che si rende sempre più urgente, soprattutto in seguito alla sentenza della Corte di Giustizia dell’Ue che ha statuito l’impossibilità per uno Stato membro di opporsi alla messa a coltura di Ogm quando l’impiego e la commercializzazione di tali varietà sono autorizzati dalla vigente disciplina europea”.
“Abbiamo apprezzato – conclude Cenni – l’iniziativa del Ministro della salute del precedente Governo, Renato Balduzzi, che con una lettera indirizzata alla Commissione europea, aveva chiesto l’introduzione di misure d’urgenza in merito al mais geneticamente modificato Mon810, ma adesso, anche alla luce della mozione approvata al Senato con voto unanime, è necessario intervenire in modo concreto per evitare il pericolo della contaminazione delle nostre colture, che creerebbe un danno terribile alla qualità e alla genuinità del cibo che arriva sulle nostre tavole”.
Gentile Senatrice,
seguo da tempo le Sue coerenti posizioni contro gli OGM e per la salvaguardia della nostra agricoltura (aggiungerei della salute dei cittadini e della difesa della biodiversità genetica presente in natura).
In particolare ho apprezzato la chiarezza della mozione da Lei presentata recentemente a favore della “clausola di salvaguardia” e la determinazione con cui la difende.
Ho invece constatato con meraviglia che su questa grave e urgente questione il Suo Partito PD non si è schierato in modo unanime, sottoscrivendo nella veste di suoi autorevoli esponenti (come ad esempio la Vicepresidente della Commissione Agricoltura, Senatrice Pignedoli) mozioni molto diverse nei contenuti discriminanti, come quella che vede quale prima firmataria la Senatrice Sel De Petris.
Come Lei ben sa tale mozione, che pur nelle premesse appare riaffermare una netta richiesta della clausola di salvaguardia, si conclude incoerentemente con una indicazione al Governo di procedura ALTERNATIVA e CONTRAPPOSTA al chiaro e risolutivo art. 23 Direttiva CE 2001/18 e cioè con il richiamo dell’art. 34 del Regolamento CE 2003/1829.
Tale mozione appare ancora più negativa, oggettivamente e sotto il profilo della sua “ideazione” politica, perché AGGRAVATA dal rimando “selettivo” al solo art. 54 del Regolamento CE 178/2002 (e non anche al 53, che maggiori spazi lascerebbe alla facoltà d’intervento dello Stato membro).
Oltretutto sembra oltremodo sospetto “l’artifizio” formale con cui si è voluto svuotare la valenza VINCOLANTE per il Governo del precedente riferimento al citato art. 23… tramite un “ambiguo e/o” che ha introdotto surrettizzialmente la “procedura d’emergenza” dell’art. 54 che RIMANDA SOSTANZIALMENTE ALLA COMMISSIONE EUROPEA (notoriamente a favore degli OGM) la valutazione del “rischio”, reso oltretutto più selettivo dagli attributi “manifesto” e “grave”.
Nella veste di Presidente dell’Associazione NOGM, attiva nel contrasto alla diffusione degli OGM in Italia, Le sarei grato se volesse concedermi un colloquio telefonico (o via skype) al fine di approfondire e confrontarci sul tema in oggetto e sullo stimolo che potrebbe provenire dalla SOCIETA’ CIVILE in sostegno delle posizioni espresse dalla Sua mozione.
A tal fine La informo che abbiamo di recente attivato una Petizione pubblica nella quale chiediamo con decisione al Governo e al Parlamento di attivare senza ulteriori indugi la clausola di salvaguardia (può vederla sul sito http://www.causecomuni.it ); nel mese scorso abbiamo inoltre presentato esposto-querela contro il Movimento Libertario di Fidenato presso le Procure di Udine e Pordenone e se mi indicherà un link dove inviargliene copia sarò lieto di farlo.
In attesa di Sua gentile risposta, porgo i miei più cordiali saluti.
Dott. Franco Trinca
cel.: 327 68.444.84