“Le novità messe in campi dallo studio francese sulla tossicità del mais transgenico ‘Nk603’ e le interpretazioni della sentenza della Corte di Giustizia europea sul quadro normativo del nostro Paese impongo una sera e approfondita riflessione, e uno scatto utile a dare garanzie ai consumatori e agli agricoltori italiani. Per questo abbiamo deciso di presentare una nuova interrogazione sottoscritta da deputati di più orientamenti politici e attendiamo impegni chiari dal Governo. È fondamentale, infatti, che a livello comunitario vengano portate avanti ricerche e studi ‘di lunga durata’ sugli effetti degli Ogm sugli animali e la salute umana, nonché tutelare la biodiversità che oggi esprime buona parte del nostro Made in Italy”. Con queste parole l’onorevole Susanna Cenni, parlamentare toscana del Partito democratico e membro della Commissione agricoltura alla Camera dei deputati, interviene in merito all’interrogazione presentata in questi giorni, in cui si richiede ai ministeri interessati di approfondire lo studio francese che ha rilevato la tossicità del mais transgenico “Nk603” e del Roundup, promuovendo allo stesso tempo, in sede comunitaria, un protocollo unico per la definizione di studi di lunga durata sugli effetti degli Ogm. Nel testo si sollecita nuovamente il Governo ad attivare il percorso necessario per accedere alla clausola di salvaguardia, almeno fino all’adozione delle misure comunitarie che potranno consentire a ciascuno Stato di decidere sul divieto o meno di proliferazione degli Ogm.
L’interrogazione, indirizzata ai Ministeri della salute; delle politiche agricole, alimentari e forestali; dell’ambiente e al Ministero per gli affari europei, è stata firmata da altri undici parlamentari, appartenenti a vari schieramenti: Sebastiano Fogliato (Lega Nord); Basilio Catanoso (Pdl); Anita Di Giuseppe (Idv); Teresio Delfino (Udc); Nicodemo Nazareno Oliverio, Sandro Brandolini, Giuseppina Servodio, Carlo Emanuele Trappolino, Massimo Fiorio, Angelo Zucchi e Luciano Agostini (Pd).
“Da tempo – continua Cenni – nel nostro Paese sono state esplicitati con chiarezza gli orientamenti delle Regioni, della maggioranza degli agricoltori, dei consumatori. È utile uscire dall’incertezza e dalle oscillazioni sulle interpretazioni normative del sistema di autorizzazioni o divieto di colture Ogm. Alcune varietà di mais transgenico, come quello che è stato oggetto dello studio francese, ad esempio, non sono coltivabili nell’Unione europea ma ne è consentita l’importazione. Diventa quindi fondamentale approfondire lo studio sugli effetti che queste colture possono avere sugli animali e sulla nostra salute. La recente sentenza della Corte di Giustizia europea e soprattutto alcune sue interpretazioni rischiano di mettere in discussione le norme che in Italia, finora, hanno impedito la coltivazione degli Ogm e possibili contaminazioni. In attesa di misure comunitarie che consentano a ogni Stato di decidere al meglio sulla materia, riteniamo indispensabile appellarci alla clausola di salvaguardia, investendo sulla valorizzazione e sulla promozione della qualità del nostro sistema agroalimentare e sulla sua tracciabilità. Guardare al futuro del nostro Paese e al superamento della crisi significa investire su cibo a agricoltura”.
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