La deputata democratica: “Nessuna risposta alle ripetute interrogazioni. Nuovo presidio delle associazioni a Pordenone”
“Mentre il Pdl esplode, il governo e’ probabilmente concentrato su altro, ma e’ gravissimo che sulla vicenda delle coltivazioni Ogm in Friuli ad oggi non si conosca ancora la posizione dell’esecutivo. Ho presentato una prima interrogazione al Ministro Galan lo scorso 28 giugno, e nei giorni scorsi ho nuovamente presentato interrogazione ai Ministri Maroni e Fazio, senza ottenere risposta”. E’ il commento di Susanna Cenni, deputata Pd in commissione agricoltura e prima firmataria della proposta di legge del Partito democratico sulla biodiversità agricola e alimentare.
“Le associazioni agricole – continua Cenni – cui rinnovo la mia vicinanza e condivisione, hanno scritto al Presidente Napolitano e da questa mattina presidiano nuovamente i campi di Fanna, nei pressi di Pordenone, dove si trovano le presunte colture di mais ogm. Rinnovo la mia richiesta al Governo e ai ministri competenti di agire per evitare la contaminazione delle colture vicine. Il silenzio dell’esecutivo e’ diventato incomprensibile ed inaccettabile, soprattutto da parte di quelle forze politiche che a parole si esprimono contro l’ingresso di Ogm nel nostro Paese, ma che evidentemente hanno difficoltà a tradurre le parole in fatti”.
La petizione europea proposta da Greenpeace e da Avaaz da pochi giorni ha raggiunto il milione di firme, per richiedere la moratoria degli Ogm in Europa, fin quando non sarà garantita la creazione di un ente scientifico e indipendente, in grado di valutare tutti gli effetti legati all’introduzione di Ogm nella filiera agricola e alimentare. Le firme verranno consegnate al Presidente Barroso e costituiscono un tentativo di migliorare la partecipazione dei cittadini alla politica europea (come stabilito nel 2009 dal Trattato di Lisbona). Addirittura negli Stati Uniti, negli ultimi mesi si è registrata la crescita della protesta di agricoltori, ambientalisti, consumatori, politici, a causa dei numerosissimi problemi causati dalle colture biotech in USA (contaminazioni, creazione di super-erbacce e di super-insetti, aumento vertiginoso del prezzo delle sementi). Inoltre, nella patria dell’ingegneria genetica, sta venendo meno la fiducia delle autorità competenti che finora hanno dato il via libera ai prodotti geneticamente modificati (USDA, FDA, EPA) e alcuni agricoltori stanno cercando di tornare indietro, acquistando sementi convenzionali. In Italia, i Presidenti delle Regioni ieri hanno rimandato al mittente la proposta della coesistenza e hanno chiesto un impegno preciso all’attuale Ministro dell’Agricoltura Galan per garantire all’Italia la libertà dagli Ogm (attraverso l’attivazione della clausola di salvaguardia sul mais Mon810 e sulla patata Amflora e attraverso una politica coerente nelle sedi politiche comunitarie). La decisione è stata presa all’unanimità, segno che la consapevolezza degli amministratori è notevolmente aumentata negli ultimi anni. Unica eccezione, la Lombardia, che si è astenuta. Peccato, perché il Presidente Formigoni, per non scontentare troppo le multinazionali e i ricercatori/imprenditori che hanno messo radici in Lombardia, ha perso un’occasione di rappresentare le istanze sollevate dalla maggioranza degli operatori lombardi del settore che credono in un modello agroalimentare sostenibile, basato sulla biodiversità e sulla specificità dei territori. Dichiarazione di Simona Capogna, Vicepresidente VAS http://www.VasFvgAltoLivenza.it – info@vasfvgaltolivenza.it