Cenni (Pd): “Ogm non è sinonimo di modernità, occorrono tutele e controlli”

La deputata Pd: “Apriamo una stagione nuova all’insegna della trasparenza e del confronto”“La recente decisione della Commissione Europea in materia di Ogm, ed i documenti ad essa allegati, vanno esaminati con attenzione prima di produrre affrettate prese di posizione. E’ comunque certo che si andrà verso una maggiore responsabilizzazione di Stato e Regioni in materia di autorizzazioni e coltivazione di semi transgenici, che richiede ora un confronto serio e innovativo sul merito delle questioni”. E’ il commento di Susanna Cenni, deputata Pd in commissione Agricoltura alla Camera e prima firmataria della proposta di legge del Pd sulla agrobiodiversità. “Autonomia e responsabilità esigono l’inaugurazione di una nuova stagione normativa in materia, che spero vada nella direzione di una forte e convinta protezione e tutela della nostra agricoltura biologica e convenzionale, e della agrobiodiversità, nonché della definizione di norme certe in materia di controlli, di garanzie per la salute dei cittadini, di etichettatura. Una scelta di questo tenore non sarebbe un ritorno indietro, come teme il ministro Galan – dice Cenni – ma semmai un passo in avanti verso quanto i consumatori e la maggioranza degli agricoltori ci chiedono da tempo”.

“L’agricoltura Italiana ha bisogno dell’apporto decisivo della ricerca – dice ancora la deputata Pd – per crescere in sviluppo, innovazione e qualità. Il nostro Paese deve compiere una svolta decisa a sostegno della ricerca pubblica e della trasparenza dei suoi risultati. Non ci sono formule salvifiche e la crescita in agricoltura (sia quella che riguarda il reddito, sia quella che concerne le rese) non passa attraverso la modifica del Dna. Protezione da ogni rischio di inquinamento genetico, tutela dei consumatori e dell’agricoltura biologica, ricerca pubblica a disposizione dell’agricoltura Italiana, etichettatura e tracciabilità dei nostri prodotti agroalimentari: mi auguro siano questi gli ingredienti sui quali iniziare a lavorare dopo la decisione comunitaria – conclude Cenni e – sui quali aprire un confronto a tutto tondo nel nostro Paese”.

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